Pronti? Apriamo il blister di oggi!
La pillola di oggi è dedicata al NAD, una delle molecole della longevità.
Il NAD, o nicotinammide adenin dinucleotide, è una molecola naturalmente presente negli organismi, che partecipa alle vie biochimiche coinvolte nella produzione di energia.
Scoperta nel 1906 durante i primi esperimenti sul lievito, oggi il NAD è al centro della cosiddetta Geroscience, proprio perché la sua funzione sembra avere un ruolo chiave nella prevenzione delle patologie tipiche dell’età avanzata.
Il NAD è un coenzima: infatti è chiamato anche coenzima 1. Dal punto di vista chimico, è formato da due nucleotidi: uno costituito da ribosio e adenina, l’altro da ribosio e dall’anello nicotinammidico. I due gruppi sono poi uniti mediante un legame fosfoanidridico.
Dove troviamo il NAD, esattamente? È molto abbondante nei mitocondri, nel citoplasma e nel nucleo, ed è indispensabile per il funzionamento di numerosi pathaway del metabolismo cellulare, dalla sintesi dell’ATP – con il ciclo di Krebs e la catena respiratoria – al metabolismo degli aminoacidi, dalla glicolisi alla beta-ossidazione degli acidi grassi.
Non è esagerato dire che il NAD è necessario per la vita stessa delle cellule, dal momento che è necessario per oltre 500 reazioni enzimatiche
Ma in che modo il NAD+ è coinvolto nell’invecchiamento? Uno dei meccanismi chiama in causa le sirtuine, sette proteine indispensabili per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, che si attivano in presenza di minacce o condizioni di stress metabolico, e che permettono alle cellule di vivere più a lungo. NAD+ rappresenta una sorta di “carburante” per le sirtuine. Che però non sono le sole a volerlo: competono per la sua disponibilità con altri enzimi, per esempio quelli che hanno il compito di riparare i danni del DNA, e a volte con agenti esterni, come i virus, che lo utilizzano per la propria riproduzione.
Si è osservato che la disponibilità di NAD+ nell’organismo diminuisce con l’invecchiamento. Da tempo, quindi, si sta cercando il modo di garantirne una quantità adeguata, inibendo la sua diminuzione fisiologica o aumentandone la sintesi. Si stanno indagando strategie come l’esercizio fisico e il digiuno, ma ovviamente la nutrizione ha un ruolo fondamentale. Per questo una delle strade seguite è quella della supplementazione.
La quantità di NAD all’interno dell’organismo umano diminuisce man mano che si invecchia, per questo può essere utile integrarla
Dal punto di vista farmacologico, il potenziamento del NAD+ può essere ottenuto tramite l’integrazione dei suoi precursori, come le forme della vitamina B3, cioè Niacina, nicotinamide e nicotinamide riboside, e il nicotinamide mononucleotide. Negli ultimi anni sono stati messi a punto i cosiddetti “NAD booster”, nutraceutici che sfruttano queste molecole per aiutare l’organismo a sintetizzare NAD+.
Come avrete capito, la scienza ha molto da raccontare su questa importantissima molecola. Nella prossima pillola, ancora dedicata al NAD, racconteremo dei nutrienti che ne stimolano la produzione e come intervengono i prodotti SoLongevity.
Pillola di curiosità
I primi a descrivere il NAD sono stati i biochimici britannici Arthur Harden e William John Young in un testo pubblicato nel 1906. I due scienziati avevano trovato che la fermentazione del glucosio da parte del lievito dipendeva da una sostanza dializzabile che non viene distrutta dal calore. La chiamarono “coferment”. Quella sostanza fu poi purificata ed identificata come nucleotide dallo svedese Hans von Euler-Chelpin, che vinse il premio Nobel nel 1929.
La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.
Insieme a questa puntata potrete trovare i riferimenti bibliografici e altri contenuti che speriamo vi appassionino e possano aiutare a svolgere al meglio il vostro lavoro.
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Continuate a seguirci e alla prossima pillola!