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Più del cancro e delle malattie respiratorie, la prima causa di morte a livello mondiale sono le patologie del sistema circolatorio. Secondo l’Istat nel 2008 in Italia ci sono stati oltre 224 mila decessi per malattie vascolari, cioè circa il 39% delle morti totali. A detenere il primato assoluto sono le malattie ischemiche del cuore, mentre le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità. La maggior parte delle cause dell’insorgenza di disturbi cardio e cerebrovascolari è ben nota, ma ci sono anche fattori di rischio un po’ meno conosciuti che, però, possono essere misurati per calcolare il rischio di una persona e sui quali è possibile intervenire.
I fattori di rischio cardio e cerebrovascolare sono diversi e di diverso tipo. Alcuni si possono misurare e su questa base stimare le probabilità di ciascun individuo di andare incontro a un evento maggiore nell’arco di qualche anno.
I fattori di rischio non modificabili sono l’età, il genere e l’etnia. Quelli modificabili, invece, sono l’iperglicemia o il diabete, l’abitudine al fumo, l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia, l’elevato indice di massa corporea, la sedentarietà.
Le malattie vascolari sono la prima causa di morte a livello mondiale, più del cancro e delle patologie respiratorie
Uomini e donne, anche in relazione all’età, hanno un rischio di sviluppare problemi cardio-neuro-vascolari diverso. Nei maschi il rischio di andare incontro a eventi cardiovascolari comincia a aumentare dopo i 40 anni, mentre nelle femmine si alza in modo significativo dopo la menopausa, per la scomparsa del ruolo protettivo degli estrogeni. Anche le manifestazioni in media sono diverse: le donne, per esempio, soffrono più spesso di infarti silenti, di angina pectoris e di morte improvvisa.
Il rischio cerebrovascolare, in particolare l’incidenza di ictus, cresce sia tra gli uomini che tra le donne a partire dai 55 anni e dopo i 65 l’aumento è esponenziale. Nelle donne dopo la menopausa, però, il tasso di incidenza è più alto, così come è più alta la mortalità. Se sopravvivono, poi, presentano una maggiore disabilità e il ricovero nei reparti di lungodegenza è più frequente rispetto a quanto avvenga per gli uomini.
Le malattie cardio-cerebrovascolari sono tra fra quelle di cui si conosce di più in termini di reversibilità del rischio. Sono, quindi, prevenibili
Campanelli d’allarme del rischio cardio-cerebro-vascolare sono valori di pressione arteriosa superiori a 140/90 millimetri di mercurio e livelli di colesterolo maggiori di 200 milligrammi al decilitro di sangue. Per quanto riguarda la glicemia, già valori a digiuno superiori a 126 milligrammi al decilitro dovrebbero mettere in allerta, mentre per valori uguali o superiori a 200 si parla di diabete conclamato. Anche un indice di massa corporea superiore a 25 chilogrammi per metro quadrato e un girovita maggiore di 80 centimetri per le donne e 94 centimetri per gli uomini costituiscono un fattore di rischio per malattie vascolari.
Fumo, consumo eccessivo di alcol, sedentarietà e una dieta poco bilanciata e troppo ricca di sodio completano il quadro delle persone ad alto rischio cardiovascolare.
Oltre a questi fattori di rischio – per così dire – classici, il Framingham Heart Study e il Progetto Monica hanno stilato una lista di ulteriori cause che contribuiscono a definire le probabilità di un evento vascolare. Tra queste ci sono familiarità, compromissione della crescita e dell’alimentazione sia durante lo sviluppo fetale che durante l’infanzia, fattori psicosociali, esposizioni ambientali e professionali che possono influenzare sia il microbiota intestinale sia i livelli di infiammazione persistente di basso grado.
Pillola di curiosità
Nonostante le malattie cardiovascolari rimangano saldamente in testa alla triste classifica delle principali cause di morte, in Italia a partire dalla metà degli anni Settanta la mortalità per cardiomiopatia coronarica ha cominciato a scendere, mantenendosi a livelli più bassi di quelli dei Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti. Gli esperti attribuiscono l’inversione del trend a miglioramenti nei protocolli di intervento, nelle terapie di primo soccorso e di prevenzione secondaria. Ma una grossa parte, circa il 55%, è dovuta ai cambiamenti nei maggiori fattori di rischio cardiovascolare: nella popolazione italiana si sono ridotte ipertensione e ipercolesterolemia.
La lunga lista dei fattori di rischio cardio-cerebro-vascolari non è finita. Una causa meno conosciuta, che però può contribuire ad aumentare le probabilità di sviluppare problemi del sistema circolatorio, è l’iperomocisteinemia, ossia l’eccesso dell’aminoacido omocisteina nel sangue. Nella prossima pillola vi parleremo proprio di come l’iperomocisteinemia comprometta la salute circolatoria minando l’integrità strutturale dei vasi sanguigni, ma anche di come, con un opportuno intervento, sia possibile riequilibrare i livelli di omocisteina contribuendo al recupero del benessere vascolare.
La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.
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