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Quando c’è una potenziale minaccia, è l’immunità innata la prima a intervenire. La risposta è rapidissima, ma non specifica, e non tiene traccia dello scontro avvenuto. Per ottimizzare le nostre difese la natura ci ha dotato anche di altri meccanismi, quelli dell’immunità adattativa. Questi hanno un innesco un po’ più lento, ma consentono di sviluppare una risposta specifica agli aggressori e di memorizzare le loro caratteristiche, così da rispondere in modo più efficace all’incontro successivo. Vediamo, dunque, come si forma la memoria del sistema immunitario e come i micronutrienti immunomodulanti intervengano per mantenere funzionalità e efficienza anche delle risposte difensive più specifiche.
Innanzitutto va ricordato che l’immunità adattativa si può esprimere in due modalità differenti, chiamate Th1 e Th2.
La risposta immunitaria Th1 è quella di un tipo particolare di linfociti CD4 chiamati appunto Th1 che coordinano l’attività dei linfociti CD8 e delle altre cellule che nel loro insieme contribuiscono alle risposte immuni cellulari. Questa modalità di difesa consiste in una risposta infiammatoria iniziale molto potente, che può però degenerare con facilità in infiammazione cronica e danneggiare l’organismo.
La risposta immunitaria Th2, sostenuta dai linfociti CD4 Th2 e dalle cellule che producono anticorpi, invece, è considerata anti-infiammatoria. Questa modalità è coinvolta anche nelle reazioni allergiche.
Perché la risposta immunitaria contro un agente patogeno sia efficace, ma allo stesso tempo non provochi danni all’organismo, è necessario che ci sia equilibrio tra le modalità Th1 e Th2. Un equilibrio che i micronutrienti immunomodulanti contribuiscono a mantenere.
Per esempio, vitamina A, vitamina D3 e riboflavina sono molecole che sostengono la risposta Th2. Garantiscono infatti la buona funzionalità delle componenti cellulari e molecolari sostenendo l’attività enzimatica che modula la risposta infiammatoria del linfociti T, delle citochine anti-infiammatorie e la rigenerazione di glutatione ridotto.
Le vitamine E, C, B6, B12, ma anche l’acido folico e gli oligoelementi come lo zinco, il ferro e il rame sostengono la risposta Th1, intervenendo nella proliferazione, differenziazione e attivazione dei linfociti T e nella sintesi di citochine pro-infiammatorie.
I micronutrienti immunomodulanti sono fondamentali anche per supportare la sintesi di anticorpi. Gli anticorpi, infatti, sono proteine e, come tali, richiedono per la loro produzione vitamine B6, B12 e folati. La vitamina A, invece, influenza il corretto funzionamento dei linfociti B ed è necessaria per le risposte degli anticorpi IgA agli antigeni batterici, mentre lo zinco è coinvolto nella produzione di anticorpi IgG. La vitamina C aumenta i livelli sierici di anticorpi e sia il rame che il selenio hanno ruoli nella loro produzione. Il magnesio, poi, funge da cofattore per la loro sintesi.
I micronutrienti immunomodulanti contribuiscono a mantenere l’equilibrio tra le diverse modalità di risposta immunitaria, limitando i danni collaterali all’organismo
Gli studi sull’immunometabolismo continuano a mettere in evidenza la fondamentale importanza di un giusto apporto di micronutrienti per garantire l’efficienza dei sistemi di difesa dell’organismo. E tuttavia spesso la dose necessaria per ciascun micronutriente non viene assunta con la dieta, nemmeno nei paesi ad alto reddito come l’Italia. Partendo dalla letteratura di settore, gli esperti SoLongevity hanno ricostruito le dosi di micronutrienti immunomodulanti raccomandate constatando che difficilmente una persona riesce a soddisfare pienamente il fabbisogno giornaliero solo con l’alimentazione. Per esempio, l’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina E è di 13 milligrammi. Tale dose può essere soddisfatta assumendo 275 millilitri di olio d’oliva oppure 375 grammi di nocciole secche. Per la riboflavina, invece, la dose raccomandata è di 1,6 milligrammi al giorno, un fabbisogno che si soddisfa mangiando 210 grammi di fegato di bovino oppure 1 chilo di muesli o 1,3 chili di radicchio verde. È evidente la difficoltà effettiva di soddisfare appieno le esigenze dell’organismo, ancor di più per le persone che praticano regimi alimentari come quello vegetariano. Per questo SoLongevity ha sviluppato Solimmune, una formulazione di micronutrienti immunomodulanti perfettamente calibrati per le esigenze del sistema immunitario.
Pillola di curiosità
Ci sono ormai molte evidenze del fatto che i micronutrienti modulano a livello molecolare ogni fase della risposta immunitaria, tanto che, in alcuni casi, si valutano applicazioni per aumentare l’efficacia di vaccini o per aiutare l’organismo a regolare la risposta immunitaria limitando i danni collaterali. Per esempio, una forma di vitamina A, chiamata acido all-trans retinoico, è stata proposta come adiuvante nei vaccini orali. Somministrandola un’ora prima del vaccino contro il tifo, in particolare, aumenterebbe la secrezione di immunoglobuline IgA specifiche nell’intestino. Per le sue proprietà immunomodulanti, invece, la vitamina D è stata proposta come trattamento delle condizioni iper infiammatorie come quella dovuta all’infezione grave da Sars-Cov-2.
La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.
Insieme a questa puntata potrete trovare i riferimenti bibliografici e altri contenuti che speriamo vi appassionino e possano aiutare a svolgere al meglio il vostro lavoro.
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