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Problemi vascolari, cosa rischia il cervello

La componente vascolare a livello cerebrale è così importante che le sue alterazioni sono associate al decadimento cognitivo e alcuni sostengono che possano innescare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer

Di cosa si parla in questa pillola

  1. In che modo la salute del cervello è connessa a quella del sistema vascolare
  2. L’alterazione emodinamica cerebrale potrebbe essere l’innesco delle malattie neurodegenerative
  3. Come preservare la salute cerebrale e le facoltà cognitive

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I problemi di memoria o di ragionamento che possono insorgere con l’età non sono solo colpa dei neuroni che invecchiano. Se il sistema vascolare che porta ossigeno e glucosio agli organi, cervello compreso, non è in buone condizioni, le funzioni cognitive ne risentono. C’è di più: a livello cerebrale il sistema vascolare e le cellule nervose sono strettamente interconnesse e collaborano per mantenere le caratteristiche del microambiente, tant’è che disfunzioni vascolari risultano avere un ruolo nelle malattie neurodegenerative. Il sistema vascolare serve infatti non solo per portare carburante al cervello, ma anche per rimuovere i prodotti di scarto del metabolismo cerebrale come specie redox, citochine, scorie varie. Ricordiamo che l’organo cervello è meno capace di produrre glutatione rispetto ad altri organi esponendolo a stress ossidativo ed accumulo di scorie.

Pressione alta, diabete, ipercolesterolemia, abitudine al fumo e obesità sono i fattori di rischio principali per lo sviluppo di disturbi cardio e cerebrovascolari. Predispongono e accelerano l’arteriosclerosi, una malattia cronica progressiva dei vasi sanguigni dovuta all’ispessimento e alla perdita di elasticità di arterie e arteriole, e che comprende l’aterosclerosi. La formazione di calcificazioni e di placche aterosclerotiche restringe il lume dei vasi con conseguente diminuzione dell’afflusso di sangue e formazione di coaguli.

Organi e tessuti possono risultarne danneggiati a livello strutturale e funzionale. E il cervello non fa eccezione.

Le funzioni cognitive sono legate a doppio filo alla salute del sistema vascolare

Alcuni studi hanno associato l’arteriosclerosi, e in particolare l’aterosclerosi carotidea, a problemi cognitivi. Già nel 2014, per esempio, una ricerca su 2 mila persone condotta dai ricercatori del Southwest Medical Center dell’Università del Texas aveva evidenziato la correlazione tra la formazione di placche aterosclerotiche nelle maggiori arterie del corpo e l’indebolimento delle facoltà cognitive. E nel 2019 uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, che ha coinvolto 272 coppie di gemelli, ha mostrato l’associazione tra salute cardiovascolare e performance cognitive, tant’è che gli autori hanno proposto di considerare le condizioni dell’apparato circolatorio come un indicatore della salute del cervello.

Difficoltà di memoria e di attenzione, di pianificazione e di esecuzione di un compito, ma anche confusione e apatia sono alcune delle manifestazioni che descrivono quella che viene generalmente chiamata demenza. Un termine-ombrello che comprende molti disordini cognitivi, comprese la malattia di Alzheimer e la demenza vascolare, le due forme più comuni. Oggi la componente vascolare di queste malattie è considerata talmente importante da far ipotizzare che possa esserne proprio l’innesco: lo stato di ipoperfusione cronica potrebbe indebolire la barriera ematoencefalica e alterare il microambiente cerebrale, causando modificazioni molecolari, come l’iperfosforilazione della proteina tau e l’accumulo di beta-amiloide che si osservano nella malattia di Alzheimer, che a loro volta esacerbano l’ipoperfusione del tessuto nervoso, in un circolo vizioso.

Trovare un modo pratico di misurare l’alterazione dell’emodinamica cerebrale potrebbe dunque essere utile per predire il rischio di demenza di una persona. Capirne invece l’eziologia e i meccanismi alla base potrebbe permettere di sviluppare strategie di intervento.

Le alterazioni dei vasi sanguigni nel cervello e l’ipoperfusione potrebbero essere la causa scatenante della malattia di Alzheimer

Sembra quindi che dalla salute vascolare passi anche quella del cervello. E visto che per il momento non ci sono terapie risolutive per le demenze né esiste uno screening per intercettare le persone a maggior rischio, una via di prevenzione percorribile può essere ricorrere a buone abitudini e trattamenti per abbassare il rischio vascolare prima che si manifestino dei sintomi. Non fumare, fare attività fisica, seguire una dieta equilibrata controllando l’indice di massa corporea, i livelli di glucosio e di colesterolo, assumere – se necessario – farmaci antiipertensivi sono tutte azioni che giocano a favore della salute del sistema cardio e neuro-vascolare. Anche l’integrazione alimentare può venire in aiuto. CardioAge di SoLongevity, per esempio, ha una formula studiata per contribuire a prevenire e ritardare la comparsa di condizioni vascolari e non, legate all’invecchiamento: fornisce supporto ai processi di metilazione dell’organismo e concorre a ridurre la formazione di placche aterosclerotiche, mantenendo l’integrità strutturale e funzionale dei vasi sanguigni. Favorisce inoltre la sintesi di glutatione endogeno, la cui azione è fondamentale per tutto l’organismo e ancor di più per il cervello, che è uno degli organi con il più alto grado di consumo di glutatione rispetto alla sua capacità di produzione.

Pillola di curiosità

Uno studio sulla rivista Nature di aprile 2022, a cui hanno collaborato anche i ricercatori italiani dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, ha dimostrato per la prima volta l’esistenza di un collegamento diretto tra le placche aterosclerotiche e il sistema nervoso centrale: nell’aggregato di cellule immunitarie che si forma sul versante esterno della parete del vaso in corrispondenza di una placca aterosclerotica ci sono moltissime fibre nervose che arrivano al cervello, influenzando il sistema nervoso autonomo che, attraverso il nervo vago, invia l’ordine alla milza di attivare specifiche cellule immunitarie. Queste entrano in circolo e portano alla progressione della malattia aterosclerotica. Gli scienziati hanno scoperto che interrompere questo vero e proprio circuito nervoso non solo rallenta la crescita delle placche aterosclerotiche ma le stabilizza.

La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.

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Continuate a seguirci e alla prossima pillola!

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Bibliografia

Aging Neurosci., 28 July 2021- Sec. Alzheimer’s Disease and Related Dementias – Beishon L, Panerai RB. The Neurovascular Unit in Dementia: An Opinion on Current Research and Future Directions.
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnagi.2021.721937/full

Neurol. 2021 Jul 28;12:705043 – Ihle-Hansen H, Sandset EC, Hagberg G. Subclinical Carotid Artery Atherosclerosis and Cognitive Function: A Mini-Review.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8355501/

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