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Ossido nitrico, il radicale libero che fa bene al cuore

L’ossido nitrico svolge importanti funzioni protettive della salute del sistema vascolare, ma livelli elevati di omocisteina possono alterare il suo equilibrio e predisporre all’insorgenza di patologie

Di cosa si parla in questa pillola

  1. Funzioni positive dei radicali liberi
  2. Ossido nitrico: sintesi e ruolo protettivo del sistema vascolare
  3. Come l’eccesso di omocisteina influenza la sintesi di ossido nitrico
  4. Il supporto al ciclo del monocarbonio: CardioAge

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Sentendo il termine radicali liberi o specie reattive dell’ossigeno pensiamo subito a qualcosa di negativo, a molecole nocive per l’organismo che danneggiano le strutture cellulari favorendo l’infiammazione e l’invecchiamento. Tutto vero, ma non dobbiamo dimenticare che i radicali liberi svolgono anche ruoli importanti. L’ossido nitrico, per esempio, è un agente protettivo del sistema vascolare e se la sua produzione viene alterata il rischio di andare incontro a patologie si alza.

L’ossido nitrico, o monossido di azoto, è prodotto in due modi. I batteri orali convertono i nitrati inorganici, assunti con l’alimentazione, in nitriti che poi vengono trasformati in ossido nitrico nell’ambiente acido dello stomaco. L’altra via è quella enzimatica all’interno delle cellule dell’endotelio dei vasi sanguigni, che lo sintetizzano grazie all’ossido nitrico-sintasi a partire dalla L-arginina.

L’ossido nitrico è sfruttato dal nostro organismo come molecola segnale e svolge un ruolo molto importante per la salute del sistema circolatorio. Interagendo infatti con le cellule muscolari lisce delle pareti dei vasi sanguigni, induce vasodilatazione e permette il controllo della pressione del sangue. Non solo, è anche un antiaggregante piastrinico e protegge le pareti dei vasi sanguigni dall’aterosclerosi inibendo la proliferazione delle cellule muscolari lisce, l’adesione dei monociti e l’espressione di molecole di adesione.

Va da sè che un’alterazione strutturale o funzionale dell’endotelio può compromettere la sintesi di ossido nitrico e alimentare processi patologici.

Le cause dell’alterazione endoteliale possono essere diverse, ma un fattore di rischio ancora poco conosciuto dai non addetti ai lavori è l’iperomocisteinemia. Si è scoperto che l’eccesso dell’aminoacido omocisteina ha effetti deleteri per il sistema vascolare: aumenta la produzione di radicali liberi, interferisce negativamente con molecole strutturali dell’endotelio, può innescare una risposta apoptotica endoteliale e aumenta la concentrazione di ADMA, un inibitore dell’enzima ossido nitrico-sintasi.

Pertanto alti livelli di omocisteina diminuiscono la produzione di ossido nitrico, aumentando il rischio di sviluppare aterosclerosi e altre patologie cardio-neuro-vascolari.

L’endotelio dei vasi sanguigni dovrebbe essere considerato un organo a tutti gli effetti: la sua integrità strutturale e funzionale è fondamentale per la salute dell’intero organismo, letteralmente dalla testa ai piedi

L’iperomocisteinemia è una condizione che può derivare da patologie, interazioni tra farmaci, carenze nutrizionali che determinano deficit di cofattori enzimatici impedendo la riconversione dell’omocisteina in metionina, ma anche da difetti genetici. Si stima che il 20% della popolazione italiana sia portatore di un polimorfismo genetico su un gene che codifica per uno degli attori coinvolti nelle vie metaboliche dell’omocisteina. CardioAge di SoLongevity è una formulazione pensata proprio per compensare i deficit nutrizionali e genetici alla base dell’iperomocisteinemia: fornendo gruppi metilici, favorisce la riconversione dell’omocisteina in metionina e la sintesi di glutatione endogeno. L’intento è di diminuire il rischio cardiovascolare, trombotico e di degenerazione neuro-cognitiva. CardioAge supporta tutti i processi che richiedono gruppi metilici, per esempio la sintesi della carnitina, fondamentale per il funzionamento muscolare. Anche la sintesi della creatinina e del coenzima Q10, che sono coinvolti nel metabolismo energetico mitocondriale, richiedono donatori di gruppi metilici. Lo stesso vale per la sintesi della colina e delle proteine basiche della mielina che garantiscono l’integrità delle cellule neuronali, così come la produzione di diversi neurotrasmettitori.

Pillola di curiosità

Il rischio cardiovascolare non è solo quello di incorrere in eventi maggiori come l’infarto e l’ictus. Quando a essere colpite sono le strutture del microcircolo, cioè capillari e venule, si possono avvertire stanchezza, debolezza, dolori articolari. Anche la degenerazione della retina è riconducibile a un problema del microcircolo sanguigno. E così anche gli acufeni, che possono colpire anche in giovane età. Gli acufeni sono un disturbo multifattoriale, ma oggi si ritiene che circa la metà dei casi sia dovuto a problematiche del microcircolo nell’orecchio interno, là dove si converte il segnale acustico in impulso elettrochimico.

La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.

Insieme a questa puntata potrete trovare i riferimenti bibliografici e altri contenuti che speriamo vi appassionino e possano aiutare a svolgere al meglio il vostro lavoro.

Potete utilizzare i messaggi di Whatsapp per fare domande, proporre argomenti da approfondire e dare suggerimenti, così da rendere ancora più utili e interessanti le nostre pillole.

Continuate a seguirci e alla prossima pillola!

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