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Siamo abituati a pensare che l’infiammazione e l’ossidazione, due processi che promuovono l’invecchiamento, abbiano una causa esterna da noi, ma in realtà non è sempre così. Possono anche essere causati e alimentati da malfunzionamenti interni. Un esempio? L’inefficienza metabolica del sistema immunitario, dovuta all’apporto sub ottimale di micronutrienti.
La disciplina che studia i bisogni energetici del sistema immunitario e il legame con i sistemi di difesa dell’organismo si chiama immuno-metabolismo. È una branca scientifica nuova, che nasce dalla convergenza delle conoscenze sui meccanismi metabolico-energetici che regolano la vita delle cellule e quelle sui meccanismi di attivazione delle varie componenti del sistema immunitario.
Le ricerche in questo settore hanno permesso di individuare di cosa ha bisogno il sistema immunitario per funzionare in modo efficiente. Vitamine A, C, D, E, B6 e B12, ma anche acido folico, rame, zinco, ferro, magnesio sono solo alcuni dei micronutrienti immunomodulanti. Ciascuno è essenziale al funzionamento delle barriere fisiche e delle specifiche componenti del sistema immunitario, e il suo apporto ottimale da una parte massimizza le abilità difensive dell’organismo, dall’altra contribuisce a mantenere l’equilibrio tra i diversi tipi di risposte immunitarie per ridurre i danni collaterali per l’organismo.
L’immunometabolismo studia i bisogni energetici del sistema immunitario e il legame con i meccanismi di difesa dell’organismo
La vitamina A, per esempio, è importante per mantenere l’integrità strutturale e funzionale della pelle e delle mucose. Inoltre, aiuta a regolare il numero e la funzione delle cellule Natural Killer dell’immunità innata e allo stesso tempo supporta la risposta anti-infiammatoria Th2 dell’immunità adattativa sopprimendo la produzione di molecole pro-infiammatorie come l’interleuchina-12, l’interferone-gamma e il TNF-alfa. Influenza anche il corretto funzionamento dei linfociti B ed è necessaria per le risposte degli anticorpi IgA agli antigeni batterici.
Il rame, invece, ha proprietà antimicrobiche intrinseche e fa pulizia di radicali liberi. È importante per la produzione di interleuchina-2 e per la generazione e differenziazione dei linfociti T, senza dimenticare il suo ruolo nella sintesi di anticorpi.
I micronutrienti immunomodulanti sono di norma assunti con l’alimentazione. Tuttavia, se si analizzano uno per uno i vari elementi nutrizionali necessari al funzionamento delle cellule del sistema immunitario, si scopre che nell’attuale dieta italiana media molti di questi sono carenti. I motivi sono diversi: dall’impoverimento del suolo da cui i micronutrienti derivano al processamento industriale dei cibi, fino alle stesse abitudini alimentari degli italiani che prediligono certi prodotti e non ne consumano altri altrettanto importanti.
La carenza di micronutrienti immunomodulanti compromette il funzionamento del sistema immunitario sia nei meccanismi di risposta innata sia in quelli di risposta adattativa. Vere e proprie carenze o anche livelli non ottimali predispongono le persone alle infezioni, con la gravità degli effetti avversi sulla salute che dipende molto dall’entità e dalla durata della carenza di micronutrienti immunomodulanti.
Depauperamento del suolo, processamento dei cibi e anche abitudini alimentari squilibrate sono responsabili dei livelli sub ottimali dei micronutrienti e, di conseguenza, delle defaillance del sistema immunitario
Partendo dalle conoscenze scientifiche sui dosaggi minimi necessari e sull’apporto specifico di micronutrienti negli alimenti tipici della dieta italiana, la ricerca SoLongevity ha sviluppato Solimmune, una formulazione perfettamente calibrata per rispondere alle esigenze del sistema immunitario. Solimmune fa leva sulle sinergie tra micronutrienti e la loro biodisponibilità per aiutare l’organismo a raggiungere i livelli ottimali, supportando quindi le difese immunitarie in caso di infezioni virali, come quelle responsabili della Covid-19 o dell’influenza. Può aiutare anche le persone con un sistema immunitario compromesso da condizioni croniche, come l’ipotiroidismo, o alterato da terapie farmacologiche prolungate. I trattamenti cronici con cortisonici per l’asma, per esempio, possono nel tempo indurre una ridotta sensibilità ai glucocorticoidi e aumentare la vulnerabilità dei pazienti a risposte infiammatorie esagerate.
Pillola di curiosità
La nuova prospettiva delle ricerche immuno-metaboliche ha portato alla scoperta di fenomeni come l’esaurimento funzionale di alcuni tipi di cellule del sistema immunitario. L’esaurimento metabolico dei linfociti che rispondono al contatto con un antigene, per esempio, può bloccare del tutto la risposta immunitaria. Questa eventualità è frequente nelle persone anziane, spesso a causa della carenza di micronutrienti fondamentali. Può riguardare però anche persone più giovani, ma affette da insulino-resistenza. Un caso eclatante di esaurimento funzionale dei linfociti T è quello riscontrato nei pazienti con Covid-19, in cui all’aumentare dei marcatori di esaurimento e al diminuire della conta di linfociti T totali, CD8+ e CD4+ è correlato un aumento del rischio di deterioramento clinico, anche in assenza di sintomatologia severa.
La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.
Insieme a questa puntata potrete trovare i riferimenti bibliografici e altri contenuti che speriamo vi appassionino e possano aiutare a svolgere al meglio il vostro lavoro.
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