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Rischio di infarto: il profilo del paziente under 45

Per chi fa sport le richieste metaboliche aumentano a ogni età, ma ogni fase della vita ha esigenze differenti. Ecco alcuni consigli per un’integrazione alimentare efficace

Di cosa si parla in questa pillola

  1. Chi è a rischio di sviluppare problemi cardiovascolari?
  2. Il profilo del paziente cardiopatico under 45
  3. Quali sono le cause e i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari
  4. Come tutelare la salute cardiovascolare

Pronti? Apriamo il blister di oggi!

L’attenzione ai segnali di possibili disturbi cardiovascolari dovrebbe iniziare dopo i 40 anni per gli uomini e dopo la menopausa per le donne. Statistiche alla mano, passate quelle tappe, il rischio di sviluppare problemi circolatori e di incorrere in un infarto miocardico inizia a salire e aumenta con l’età. Tuttavia, una percentuale non trascurabile di infarti del miocardio si verifica anche tra i giovani adulti, cioè persone al di sotto dei 45 anni. E gli scienziati hanno scoperto che le cause sottostanti sono diverse rispetto a quelle dei pazienti più anziani.

La malattia coronarica colpisce prevalentemente le persone con più di 55 anni. In questa fascia d’età il rischio di infarto del miocardio aumenta di circa 8 volte rispetto alle fasce d’età inferiori. Nell’ultimo decennio, però, l’incidenza di infarto tra i giovani adulti è aumentata, tanto da attirare l’attenzione dei ricercatori sulle ragioni del fenomeno.

Va detto che a oggi i dati disponibili non sono moltissimi e che tra gli studi esiste una certa variabilità. Tuttavia qualcosa è emerso.

In particolare, la malattia coronarica nei giovani adulti si distingue perché nella maggior parte dei casi le placche aterosclerotiche si concentrano in un solo vaso, sono in numero limitato e hanno una composizione diversa da quelle presenti nei pazienti più anziani. Si tratta in prevalenza di lesioni eccentriche, con infiltrazione linfocitaria, cioè con un grado di infiammazione più elevato. Pertanto nei giovani adulti l’infarto del miocardio è più di frequente causato dall’erosione della placca aterosclerotica, mentre nei più anziani si assiste più comunemente alla rottura della placca. Queste caratteristiche si riflettono sulla prognosi, che è migliore, e sulle terapie, che tendenzialmente sono meno invasive.

La differenza tra pazienti under 45 e pazienti più anziani sono molte: dai fattori di rischio modificabili alle predisposizioni genetiche, fino al meccanismo di innesco dell’infarto miocardico

Al di là dei meccanismi, gli studi di popolazione hanno consentito di disegnare a grandi linee il profilo dei giovani adulti più a rischio di infarto del miocardio. Sotto i 45 anni anni, il paziente “tipo” è uomo, consumatore di tabacco, che non fa attenzione al consumo di alcol e conduce una vita sedentaria. Per questo tende a essere in sovrappeso.

I fattori ambientali predisponenti sono importanti ma non sono gli unici che contribuiscono al rischio cardiovascolare per i giovani adulti. Spesso questi pazienti hanno una storia familiare di dislipidemia e alti livelli di lipoproteina-a o di omocisteina. La genetica concorre talvolta in modo sostanziale: nei pazienti con infarto del miocardio precoce sono stati identificati diversi polimorfismi nei geni coinvolti nelle vie della coagulazione – per esempio nel gene della protrombina o del fattore V [leggasi “fattore Quinto”] di Leiden -, nel metabolismo lipidico, nel gene della lipoporoteina-a e della metilenetetraidrofolato reduttasi, che concorre alla rimetilazione dell’omocisteina a metionina.

Tipicamente, il paziente giovane è fumatore, in sovrappeso o obeso, consuma alcolici e non fa sport

Come avevamo già spiegato nella pillola 15, l’omocisteina è un aminoacido derivante dalla metionina, i cui livelli plasmatici rappresentano un indicatore del rischio cardiovascolare. Troppa omocisteina nel sangue, infatti, favorisce l’aterosclerosi alterando struttura e funzione dell’endotelio dei vasi. L’iperomocisteinemia è sì un problema ma con i giusti interventi può convertirsi in opportunità. Proprio per aiutare a ripristinare l’equilibrio fisiologico, SoLongevity ha sviluppato CardioAge, un integratore che con la sua formula brevettata favorisce la conversione dell’omocisteina in glutatione endogeno. Fornendo un apporto extra di gruppi metilici, inoltre, potenzia la presenza di folati della formula e stimola la metilazione di Dna e proteine, contribuendo a prevenire o ritardare la comparsa di condizioni legate all’invecchiamento.

Pillola di curiosità

Elevati livelli di colesterolo LDL sono ormai considerati un vero e proprio agente eziologico delle malattie cardiovascolari, non solo un fattore di rischio. Tuttavia negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza anche il ruolo di altre molecole, come la lipoproteina-a. Un aumento dei livelli di questa molecola è descritto in letteratura scientifica come un fattore di rischio indipendente per infarto del miocardio in tutte le fasce d’età: la molecola impedisce la produzione di plasmina da parte dell’endotelio e altera il meccanismo della fibrinolisi. In particolare si stima che elevate concentrazioni di lipoproteina-a aumentino di tre volte il rischio di infarto del miocardio nelle persone con meno di 45 anni.
I farmaci ipolipemizzanti attuali usati in prevenzione primaria e secondaria non hanno effetto sui livelli di lipoproteina-a, ma sono in corso ricerche per lo sviluppo di farmaci biologici specifici.

La nostra pillola di longevità si conclude qui, ma non il nostro viaggio insieme alla scoperta di molecole e ricerche, selezionate dal Comitato scientifico di SoLongevity.

Insieme a questa puntata potrete trovare i riferimenti bibliografici e altri contenuti che speriamo vi appassionino e possano aiutare a svolgere al meglio il vostro lavoro.

Potete utilizzare i messaggi di Whatsapp per fare domande, proporre argomenti da approfondire e dare suggerimenti, così da rendere ancora più utili e interessanti le nostre pillole.

Continuate a seguirci e alla prossima pillola!

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Bibliografia

Cardiovascular Research – Risk factors profile of young and older patients with myocardial infarction – Sagris M, Antonopoulos AS, Theofilis P, Oikonomou E, Siasos G, Tsalamandris S, Antoniades C, Brilakis ES, Kaski JC, Tousoulis D – 2022
https://doi.org/10.1093/cvr/cvab264

Arterioscler Thromb Vasc Biol. – Lipoprotein(a): A Genetically Determined, Causal, and Prevalent Risk Factor for Atherosclerotic Cardiovascular Disease: A Scientific Statement From the American Heart Association – Reyes-Soffer G, Ginsberg HN, Berglund L, Duell PB, Heffron SP, Kamstrup PR, Lloyd-Jones DM, Marcovina SM, Yeang C, Koschinsky ML – 2022
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34647487/

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