I vantaggi di respirare bene
La respirazione nasale (inspirazione dell’aria dalle narici ed espirazione dalla bocca), per esempio, è migliore di quella orale, che se acquisita fin dall’infanzia può modificare strutture anatomiche e tratti del viso, oltre ad avere conseguenze come il russamento, che limita l’ossigenazione e nel tempo ha come conseguenza l’irrigidimento dei vasi sanguigni e dunque l’ipertensione.
La respirazione diaframmatica, poi, è più efficace di quella toracica: è profonda, garantisce una migliore ossigenazione e favorisce anche il rilassamento.
Ci sono studi che sostengono che a una minore frequenza di atti respiratori corrisponda una vita più lunga. “Respirare meno frequentemente e più profondamente migliora la coerenza cardiaca, la regolazione del sistema nervoso autonomo e la salute metabolica – riferisce Alberto Cerasari, Direttore Sanitario della SoLongevity Clinic – Anche se non si può dire che respirare bene faccia dimagrire, possiamo però affermare che la respirazione corretta può ottimizzare il metabolismo energetico: le cellule più ossigenate lavorano meglio e sfruttano al meglio i nutrienti”.
Una corretta respirazione, insomma, si ripercuote su muscoli, postura, forza e resistenza (per questo è fondamentale per gli sportivi). Modulando il flusso di sangue al cervello, infine, permette alle varie aree cerebrali di lavorare meglio, con una migliore gestione di ansia e stress e una qualità del sonno superiore.

Training del respiro
Come valutare la capacità respiratoria?
All’interno della SoLongevity Clinic, il nostro staff medico è attrezzato per misurare molti dei parametri che consentono di valutare la funzione respiratoria.
- Uno dei test principali è la spirometria, che permette di misurare la capacità in litri di prendere aria (massima ventilazione) e quindi la presenza di condizioni, non per forza patologiche, che la limitano, per esempio una fibrosi, una scoliosi importante o anche solo l’entità del grasso addominale.
- Un altro esame che può essere effettuato è il test da sforzo cardiopolmonare che misura gli scambi gassosi respiro per respiro e che consente di identificare problemi che a riposo non emergerebbero. “Questo test permette di integrare in maniera efficiente l’analisi di cuore, polmoni e muscoli sotto sforzo e come interagiscono tra loro”, spiega Cerasari. “Capita infatti che con questo genere di analisi emergano alterazioni che meritano di essere ulteriormente approfondite”.
- Un parametro molto importante per la valutazione del respiro, poi, è il VO2max, che indica il massimo consumo di ossigeno sotto sforzo e, secondo diversi studi scientifici, è collegato all’aspettativa di vita. “Valori elevati sono associati a una durata della vita più lunga e a un minore rischio di ammalarsi”, precisa Cerasari, che aggiunge: “Dall’analisi del respiro siamo anche in grado di valutare parametri metabolici, cioè capire come una persona utilizza i nutrienti, ed eventualmente come intervenire a modificare la dieta”.
- Non è tutto. Con il test da sforzo cardiopolmonare si possono anche identificare le soglie di allenamento, capendo quando una persona comincia a produrre acido lattico e quindi come dovrebbe allenarsi per mantenersi in ottime condizioni di salute. “Simili analisi valgono tanto per gli sportivi, quanto per persone con patologie”, commenta Cerasari. “Servono infatti a impostare programmi di rieducazione e di allenamento personalizzati per il conseguimento di obiettivi stabiliti, che siano migliorare le prestazioni agonistiche o prevenire il peggioramento di una malattia”.
Come si allena il respiro?
Accanto ai test clinici e funzionali, un’altra componente importante nell’analisi della respirazione è quella biomeccanica dei quattro diaframmi del corpo: il diaframma propriamente detto (il principale muscolo respiratorio), quello toracico, pelvico e cervicale. Alterazioni del loro funzionamento e una mancanza di coordinazione incidono sull’efficienza della respirazione.
“All’interno della SoLongevity Clinic facciamo eseguire posture specifiche per analizzare la colonna vertebrale e le catene muscolari respiratorie centrali e periferiche. In questo modo si evidenziano i limiti posturali, si identificano eventuali nodi critici clinici e osteopatici su cui agire”, spiega Dario Morelli, specialista e trainer del respiro. “Lo scopo è quello di definire un programma di ginnastica respiratoria: stretching dei muscoli respiratori, aumento della mobilità e riallenamento”.
Uno dei sistemi per allenare il respiro è utilizzando uno specifico device che induce un’iperventilazione profonda ad anidride carbonica costante (evita i giramenti di testa). Simula, in sostanza, un’attività fisica intensa mettendo i muscoli respiratori sotto sforzo per allenare la resistenza e rendere efficiente la pompa respiratoria. “Mettendo i muscoli respiratori nella loro migliore condizione, avremo come riscontro valori di VO2max più alti, ad indicare maggiore efficienza e linearità in tutte le fasi di lavoro”.
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