Quando si parla di salute maschile, il primo pensiero è molto spesso rivolto alla prostata o a problemi che si manifestano in età avanzata. Questo perché ancora oggi gli uomini tendono a rivolgersi ai medici quando c’è da curare più che per prevenire i problemi. “Qualcosa però sta lentamente cambiando”, commenta Alberto Gheza, urologo e andrologo. Forse è grazie alla spinta gentile di mamma e papà, sempre più informati e sensibili, forse per via dell’introduzione della vaccinazione contro i principali ceppi oncogeni di papillomavirus (Hpv) anche per i pre-adolescenti maschi, o forse per iniziative di sensibilizzazione come il Movember (termine coniato dalla fusione di moustache, cioè baffi, e November, utilizzato per la campagna annuale di sensibilizzazione nei confronti del tumore alla prostata e ai testicoli), ma l’impressione è che i ragazzi, anche molto giovani, siano più attenti rispetto alle generazioni precedenti sia alla propria salute fisica sia alla propria sessualità. “Un fatto che fa ben sperare”, aggiunge Gheza. “Un check-up dai 16 anni in poi, infatti, rappresenta un investimento importante per il benessere futuro, per avere una vita sessuale più consapevole e sicura e anche per imparare a preservare la propria fertilità”.
Quando il primo check-up urologico?
Non è mai troppo presto per pensare alla salute dell’apparato urogenitale maschile. Usciti dall’età pediatrica, tuttavia, il check-up con l’urologo/andrologo è oggi lasciato all’iniziativa dei giovani maschi. “Non c’è più un momento di controllo come quello che rappresentava la visita per il servizio di leva militare, sospeso nei primi anni del Duemila”, ricorda Gheza. “Per questo dobbiamo cercare di costruire una nuova consapevolezza”. Tra i 16 e i 19 anni, secondo il medico, sarebbe un buon momento per richiedere una visita con un urologo/andrologo.
Prevenzione e tutela della salute e della fertilità
Uno degli scopi del primo incontro con l’urologo/andrologo è controllare lo stato di salute del sistema urogenitale, per accertarsi che non ci siano alterazioni morfologiche e funzionali che possono avere un impatto sulla vita anche sessuale dei giovani. “Una fimosi – cioè un restringimento dell’apertura del prepuzio – o un varicocele – ossia una dilatazione di alcune vene a livello del testicolo – possono incidere sulla sfera sessuale fin da subito e, se non trattati, avere ripercussioni più difficili da risolvere nel tempo”, spiega Gheza. “Una fimosi o un frenulo corto potrebbero dare dolore, con difficoltà di erezione e ad avere rapporti penetrativi, su cui possono innestarsi condizioni psicologiche. Un varicocele non trattato, invece, aumenta il rischio di infertilità maschile. La fertilità non sarà forse il primo pensiero di un adolescente, ma trattare precocemente, se necessario, una condizione potrebbe evitare problemi più grossi in futuro, quando magari si cercherà di formare una famiglia”. Bisogna inoltre ricordare che il tumore al testicolo, benché raro, è la più frequente neoplasia nei giovani maschi.

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La visita come supporto educativo
Verosimilmente, poi, a questa età tutti i ragazzi hanno già cominciato, o stanno iniziando, ad approcciarsi al sesso: sono curiosi ma inesperti, possono avere dubbi e domande ma non riuscire a parlarne apertamente coi genitori. “Allora il medico, quindi una persona esterna e soprattutto competente, può avere anche un ruolo educativo, informando sia sui rischi di malattie a trasmissione sessuale e di gravidanze indesiderate e sui metodi di prevenzione, sia sulle buone abitudini per mantenersi in salute nel tempo”. Anche le malattie a trasmissione sessuale, infatti, possono avere ripercussioni importanti sulla salute generale, sulla qualità di vita (sessuale e non) e sulla fertilità.
Infine, il medico può esporre i fattori di rischio legati allo stile di vita che possono compromettere salute e performance sessuali, dando consigli sulle buone abitudini protettive. In primis, evitare fumo e alcol, e prediligere un allenamento aerobico a moderata intensità rispetto a uno anaerobico ad alta intensità (come il sollevamento pesi) che gravi su pavimento pelvico, prostata e anche testicoli.
I controlli successivi
Se dalla prima visita non emerge nulla di anomalo e non ci sono familiarità per patologie, un ragazzo che rimane in buona salute può rimandare il successivo controllo anche di diversi anni. Se invece ci sono condizioni che richiedono un monitoraggio, per esempio un varicocele, il medico consiglierà controlli ed esami strumentali (come l’ecografia) con una periodicità conforme con il quadro clinico.
Se poi nell’arco della vita dovessero presentarsi difficoltà nel concepimento, una visita andrologica permetterà, grazie anche a esami come lo spermiogramma, di verificare la presenza di condizioni correlate e adottare eventualmente provvedimenti.
“Ci si rivede, infine, dopo i 50 anni, quando i cambiamenti prostatici sono considerati praticamente fisiologici”, conclude Gheza. “Un tagliando, però, è d’obbligo”.









