Da un’ulteriore analisi su un sottocampione di quasi 100 partecipanti è emerso che alte concentrazioni della citochina CXCL9 e delle altre molecole infiammatorie sono legate a un maggiore rischio di alcune patologie. In particolare, si registra un’aumentata rigidità arteriosa, che a sua volta è associata a un maggior rischio di infarto, ictus e insufficienza renale, e un ingrossamento della parete del ventricolo sinistro.
Studi su modelli animali hanno peraltro segnalato che abbassando i livelli di CXCL9 si potrebbe ripristinare anche un adeguato funzionamento delle cellule endoteliali, che tornerebbero a essere più giovani.
La ricerca è ancora agli inizi, tuttavia apre una strada per capire meglio perché alcune persone sviluppino malattie croniche con più facilità di altre. L’obiettivo è riuscire a valutare il rischio individuale e riconoscere in anticipo eventuali condizioni o disturbi che possono peggiorare nel tempo, per trattarli precocemente.