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Con lo sport si allena anche la Memoria

Articolo di SoLongevity Research

Sport per allenare il cervello

Chi fa sport non allena solo i muscoli, ma anche il cervello. Lo avevano compreso gli antichi romani con il motto “mens sana, in corpore sano”, lo conferma arriva da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports da alcuni neuroscienziati dell’Università di Ginevra, che confermano ancora una volta gli effetti benefici dell’attività fisica anche sulle capacità cognitive. Dai risultati, infatti, è emerso che basterebbero appena 15 minuti al giorno di esercizio fisico intenso (superiore all’80% della frequenza cardiaca massima), come la corsa o il ciclismo, per migliorare la memoria e, in particolare, la capacità di memorizzare le sequenze di movimenti.

Bastano appena 15 minuti al giorno di esercizio fisico intenso, come la corsa o il ciclismo, per migliorare la memoria

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Per supportare e migliorare sia le performance fisiche che cognitive, la ricerca SoLongevity ha messo a punto Body&Mind Program, un trattamento mensile che combina l'azione energizzante di CellFasting a quella neuromodulatoria di Neuroprotection. Antiossidante e antinfiammatorio, stimola l'attività delle sirtuine (i geni della longevità) e dei mitocondri.

Qual è il legame tra attività fisica e memoria?

Molto spesso, subito dopo aver svolto un esercizio fisico, soprattutto di resistenza, ci sentiamo fisicamente e psicologicamente bene grazie agli endocannabinoidi, molecole prodotte dall’organismo durante lo sforzo fisico, già note per aumentare la plasticità delle sinapsi (i collegamenti tra i neuroni). Oltre alla sensazione di euforia, spiegano i ricercatori, queste molecole si legano ai recettori dell’ippocampo, la principale struttura cerebrale deputata alla memoria. In questo studio, gli scienziati hanno chiesto a un gruppo di 15 ragazzi (non atleti) di eseguire un test di memoria procedurale dopo 30 minuti di ciclismo moderato, dopo 15 minuti di ciclismo intenso (ossia all’80% della loro frequenza cardiaca massima) o dopo un periodo di riposo. Il test consisteva nel far vedere ai partecipanti su uno schermo quattro punti posizionati uno accanto all’altro. Ogni volta che uno dei punti si trasformava in una stella, il partecipante doveva premere il pulsante corrispondente il più rapidamente possibile. La sequenza era predefinita e ripetitiva, e serviva a valutare come venivano appresi i movimenti in sequenza (in modo molto simile a quando impariamo a digitare rapidamente sulla tastiera del computer).

L’azione degli endocannabinoidi

Dopo aver osservato che un intenso allenamento era associato a prestazioni migliori, i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a risonanza magnetica per monitorare i cambiamenti nell’attivazione delle strutture cerebrali, e a esami del sangue per misurare i livelli degli endocannabinoidi. Dalle analisi è emerso che migliori erano le prestazioni, più si attivava l’ippocampo e il nucleo caudato (una struttura cerebrale coinvolta nei processi motori). Inoltre, i livelli di endocannabinoidi seguivano la stessa curva: maggiore era il livello dopo un intenso sforzo fisico, tanto più il cervello risultava “attivato” e migliori erano le prestazioni. Gli endocannabinoidi – sottolineano i ricercatori – possono agire su un meccanismo chiamato LTP (potenziamento a lungo termine), che consiste in un rafforzamento della trasmissione del segnale tra due neuroni, che aiuta il consolidamento della memoria.

Sinapsi

Gli endocannabinoidi, prodotti dall’organismo durante lo sforzo fisico, agiscono sulla plasticità sinaptica

Lo sport per “ringiovanire” il cervello e prevenire l’Alzheimer

Uno studio precedente, svolto sempre dallo stesso team, aveva già dimostrato i benefici dello sport su un altro tipo di memoria, quella associativa. Ma, contrariamente a quanto mostrato qui, era stato osservato che un allenamento di intensità moderata, e non elevata, produce risultati migliori. Secondo i ricercatori, questo indica che non tutte le forme di memoria utilizzano gli stessi meccanismi cerebrali, così come non tutti i tipi di attività fisica hanno gli stessi effetti. Il loro prossimo passo sarà quello di concentrarsi sui disturbi della memoria, e in particolare studiare chi è a alto rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, una direzione già intrapresa da numerosi gruppi di ricerca. Sullo stesso filone, altri studi (tra cui uno recentemente pubblicato su Science) suggeriscono che l’esercizio fisico possa persino invertire il processo di invecchiamento del cervello. A partire dalle evidenze presenti nella letteratura scientifica, Solongevity ha sviluppato dei protocolli mirati che integrano attività fisica e potenziamento delle capacità cognitive all’interno dell’Age360 Program.

Attività fisica

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