Le “proteine della longevità” sono oggi al centro di numerosi studi che stanno indagando il loro possibile ruolo preventivo nei confronti delle malattie neurodegenerative

Le “proteine della longevità” sono oggi al centro di numerosi studi che stanno indagando il loro possibile ruolo preventivo nei confronti delle malattie neurodegenerative
La ricerca SoLongevity ha messo a punto una formula brevettata e testata clinicamente, in grado di riequilibrare lo stato Redox e ridurre l’infiammazione, con l’obiettivo di prevenire il declino della capacità cognitiva legato all’avanzare dell’età
Alti livelli di antiossidanti nel sangue, nella mezza età e negli anziani, risultano in media associati a un minor rischio di sviluppare successivamente una forma di demenza
Il nuovo coronavirus ha mostrato di avere effetti neurologici e neuropsichiatrici anche a lungo termine. Si indaga sui meccanismi e sull’ipotesi che l’infiammazione predisponga allo sviluppo di malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson
Anche il cervello invecchia. La perdita di capacità cognitive è legata a cambiamenti neurobiologici, come l’assottigliamento della corteccia cerebrale. Oggi è possibile misurare questo processo e intervenire sia per rallentarlo sia per recuperare ciò che si è perso
Anche il cervello invecchia. La perdita di capacità cognitive è legata a cambiamenti neurobiologici, come l’assottigliamento della corteccia cerebrale. Oggi è possibile misurare questo processo e intervenire sia per rallentarlo sia per recuperare ciò che si è perso
Si chiama TET 1 ed è essenziale per garantire la formazione di nuove connessioni tra i neuroni. Uno studio del Graduate Center di New York mostra che con l’avanzare dell’età la sua produzione diminuisce. Il prossimo passo sarà cercare di arrestare questo fenomeno
L’orologio biologico è uno dei meccanismi fisiologici più percepiti. Risente del nostro stile di vita e dei processi di invecchiamento. Un sistema ancestrale che governa il ritmo del nostro corpo e che occorre conoscere e rispettare
Bastano 15 minuti di attività fisica intensa per migliorare la memoria procedurale. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, offre nuovi spunti per lo sviluppo di strategie per la prevenzione delle malattie neurodegenerative
Possiamo quindi dire che l’età del nostro cervello è una combinazione di struttura e di funzioni, ovvero detto in parole più semplici, della qualità e quantità di neuroni, sinapsi e corteccia celebrale (struttura) e di come questi lavorano assieme per produrre un risultato (funzioni)
Servendosi dell’intelligenza artificiale e dell’Eeg eseguito nel sonno, un team di ricercatori ha sviluppato un nuovo test in grado di stimare l’età biologica del cervello e predire il rischio di demenza
Uno studio dell’Università dell’Illinois suggerisce che il calo nelle performance cognitive nelle donne in post-menopausa dipenda da una minore attività dei mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula
Anche il cervello invecchia. La perdita di capacità cognitive è legata a cambiamenti neurobiologici, come l’assottigliamento della corteccia cerebrale. Oggi è possibile misurare questo processo e intervenire sia per rallentarlo sia per recuperare ciò che si è perso