La profilazione dei fattori di rischio
A questo si aggiunge la profilazione dei fattori di rischio, situazioni che modificano lo stato neurobiologico del cervello, ovvero la qualità organica dei neuroni, delle sinapsi, della materia bianca e della dopamina. Queste modifiche strutturali sono legate a patologie (ie. ipertensione, diabete), comportamenti (eccessi alimentari, fumo, abuso di alcolici, ecc.) e riduzione di stimoli cerebrali (ipoacusia, ipovisione, scarsa attività fisica, depressione).
La valutazione della riserva cognitiva
Il tutto si conclude con la valutazione della riserva cognitiva (che rappresenta lo stato delle risorse che una persona ha a disposizione quale risultato di quanto ha “costruito” nel tempo), sia dal punto di vista comportamentale che funzionale. L’analisi viene effettuata attraverso dei test (Reserve Index questionnaire – CRIq, con questionari e/o interviste) somministrati dal personale sanitario competente, sulla base dei quali viene assegnato un punteggio.
I risultati della valutazione neurocognitiva, della profilazione dei fattori di rischio e la quantificazione della riserva cognitiva forniranno le indicazioni per strutturare un piano di monitoraggio o di intervento basato su tecniche di training neurocognitivo, ovvero la possibilità di stimolare in modo specifico la plasticità neuronale di alcune zone del cervello per recuperare livelli di funzionalità pregressi e contrastarne la degenerazione funzionale. SoLongevity ha messo a punto un percorso di valutazione e intervento che combina l’intero processo per recuperare e difendere le funzionalità neurocognitive.