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Età neuro-cognitiva: come cambia il cervello (parte 3/3)

Articolo di Francesca Baglio Medico Neurologo, IRCCS S. Maria Nascente - Fondazione Don Gnocchi di Milano
Anche il cervello invecchia. La perdita di capacità cognitive è legata a cambiamenti neurobiologici, come l’assottigliamento della corteccia cerebrale. Oggi è possibile misurare questo processo e intervenire sia per rallentarlo sia per recuperare ciò che si è perso

La profilazione dei fattori di rischio

A questo si aggiunge la profilazione dei fattori di rischio, situazioni che modificano lo stato neurobiologico del cervello, ovvero la qualità organica dei neuroni, delle sinapsi, della materia bianca e della dopamina. Queste modifiche strutturali sono legate a patologie (ie. ipertensione, diabete), comportamenti (eccessi alimentari, fumo, abuso di alcolici, ecc.) e riduzione di stimoli cerebrali (ipoacusia, ipovisione, scarsa attività fisica, depressione).

La valutazione della riserva cognitiva

Il tutto si conclude con la valutazione della riserva cognitiva (che rappresenta lo stato delle risorse che una persona ha a disposizione quale risultato di quanto ha “costruito” nel tempo), sia dal punto di vista comportamentale che funzionale. L’analisi viene effettuata attraverso dei test (Reserve Index questionnaire – CRIq, con questionari e/o interviste) somministrati dal personale sanitario competente, sulla base dei quali viene assegnato un punteggio.

I risultati della valutazione neurocognitiva, della profilazione dei fattori di rischio e la quantificazione della riserva cognitiva forniranno le indicazioni per strutturare un piano di monitoraggio o di intervento basato su tecniche di training neurocognitivo, ovvero la possibilità di stimolare in modo specifico la plasticità neuronale di alcune zone del cervello per recuperare livelli di funzionalità pregressi e contrastarne la degenerazione funzionale. SoLongevity ha messo a punto un percorso di valutazione e intervento che combina l’intero processo per recuperare e difendere le funzionalità neurocognitive.

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Nicola Palmarini è uno dei principali esperti globali di innovazione nell’invecchiamento e nella longevità ed è il direttore del National Innovation Centre for Ageing (NICA) del Regno Unito, un’organizzazione globale sostenuta da un investimento iniziale del governo britannico e dell’Università di Newcastle per aiutare a co-innovare – insieme ai cittadini e alle organizzazioni pubbliche e private – servizi, tecnologie e prodotti e a proporli al mercato attraverso modelli di business innovativi, etici e sostenibili. È membro del Comitato scientifico di SoLongevity.

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