Cos’è la stanchezza da Long Covid?
C’è un paradosso difficile da spiegare nel Long Covid: anche quando i parametri clinici risultano perfettamente nella norma, le condizioni dei pazienti possono essere così invalidanti da rendere impossibili le normali attività quotidiane, come fare sport, lavorare e persino passeggiare. Altre persone riportano, invece, una condizione definita Mild Long Covid. Il sintomo più frequente è sempre la spossatezza, quella grave stanchezza fisica che in termini medici viene definita astenia o fatigue. Si stima che il 66-87% di chi ha avuto Covid lieve-moderata non ritorni allo stato di salute precedente.
Come possono essere contrastati i sintomi da Long Covid?
Ad oggi la gestione della fatigue non ha indicazioni chiare: si va da semplici consigli comportamentali a ipotesi di interventi più invasivi. Una delle vie che si stanno tentando è rappresentata dalla supplementazione nutraceutica, e proprio in questo ambito all’Ospedale ASST-FBF-Sacco di Milano è partito uno studio per testare l’efficacia di CellFasting, integratore dei precursori di glutatione, resveratroloPrincipio attivo di origine naturale con riconosciute capacità antiossidante (polifenolo stilbene). Si trova in piante come la vite ed in frutti come cacao e more. e NAD+ nato dalla ricerca SoLongevity (formula brevettata GluReNAD, qui per approfondire).
Si stima che il 66-87% di chi ha avuto Covid lieve-moderata non ritorni allo stato di salute precedente
Cosa prevede lo studio clinico di SoLongevity e dell’Ospedale Sacco di Milano?
Lo studio clinico SFATICOVID (“Study on the relief of Fatigue Associated To Incompletely healed COVID-19”), randomizzato e in doppio cieco, ha concluso in questi giorni il reclutamento di 154 pazienti con più di 18 anni, con precedente infezione da COVID-19 documentata e con sintomi da astenia protratti per oltre 90 giorni, seguiti presso l’ambulatorio ARCOVID del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ospedale. Secondo il protocollo, metà di loro riceverà CellFasting e l’altra metà un placebo per 8 settimane.
“L’obiettivo dello studio è comprendere se la supplementazione è in grado di agire soprattutto sulla dimensione della spossatezza, che emerge essere il sintomo preponderante”, spiega Guido Cornettone, Co-founder di SoLongevity: “La ricerca nasce da una nostra intuizione, legata proprio alla difficoltà di definire il Long Covid, dal momento che questa condizione può presentare sintomi di malattia in un quadro clinico di normalità. Una situazione per certi versi assimilabile alla sindrome da fatica cronica”.
Qual è il razionale dello studio?
Si ipotizza che alla base della fatigue vi sia uno squilibrio dello stato redox con conseguenze sulla capacità di produzione di ATPL'adenosina trifosfato (ATP) può essere definito la "moneta energetica" della cellula, lo strumento attraverso cui la cellula realizza processi che necessitano di energia (endoergonici) ed è prodotto da reazioni che liberano energia (esoergonici)., la cosiddetta molecola “dell’energia”, fondamentale per tutte le reazioni energetiche delle cellule. Questo squilibrio può generare uno stato di infiammazione cronica e neuro-infiammazione che possono spiegare i sintomi neurologici del Long Covid. Come dimostra un precedente studio pubblicato su Nutrients, CellFasting è in grado di esercitare una forte attività antiossidante e di generare ATP. Risultati preliminari da altri studi osservazionali su pazienti Long Covid, inoltre, hanno suggerito una notevole efficacia di CellFasting nei confronti dei sintomi più comuni, tra cui affaticamento, nebbia cognitiva e disturbi del sonno.
Lo studio clinico SFATICOVID verificherà se la supplementazione con CellFasting è in grado di ripristinare l’equilibrio redox, agendo sullo stato infiammatorio e riducendo la spossatezza tipica del Long Covid
Su quali test si baserà la valutazione?
All’inizio e alla fine delle 8 settimane di trattamento, presso l’ambulatorio sarà eseguita una valutazione dello stato redox dei pazienti e saranno misurati alcuni specifici parametri funzionali. I test saranno effettuati attraverso la piattaforma per i servizi di prevenzione SoLongevity (già utilizzata presso alcune farmacie di Milano). Verranno inoltre somministrati questionari psicometrici validati, mentre parametri come la qualità del sonno, la frequenza cardiaca, la saturazione dell’ossigeno, la temperatura basale e lo stress percepito saranno monitorati tramite il Fit-Bit. Verranno valutate anche le performance cognitive, in particolare relative alla memoria. “Vogliamo testare – conclude Cornettone – l’efficacia di CellFasting sia per il recupero cognitivo sia sulla percezione della fatica”.