Come vi avevamo anticipato nel primo articolo di questa guida, l’integrazione alimentare non è universale: non esistono “migliori” integratori alimentari che vadano bene per tutti bensì la scelta degli integratori deve variare in basse all’età, al genere e allo stato di salute, nonché agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ma, in pratica, che cosa vuol dire? Per capirlo vi proponiamo una serie di domande che possono aiutarvi a tracciare un primo profilo personale, ad appuntarvi quegli aspetti da riferire a un professionista della nutrizione per procedere agli opportuni approfondimenti e stilare un piano di integrazione su misura.
Tenere per qualche tempo un diario alimentare aiuta a capire se la propria dieta non è bilanciata e a prevedere esami per identificare eventuali deficit di nutrienti
Come mi sento?
È certamente la prima domanda da cui partire e include il benessere sia psicologico sia fisico sia cognitivo. Ci condizioni fisiologiche che richiedono attenzioni particolari. Per le donne, per esempio, sono la gravidanza, l’allattamento e la perimenopausa e la menopausa. Essere seguiti da professionisti in questi casi è davvero d’obbligo, perché il metabolismo cambia in modo notevole. Va da sé che questa domanda ne contiene implicitamente un’altra: quanti anni ho? Attenzione, però, perché non esiste solo l’età anagrafica, ma anche l’età biologicaDiversa dall'età cronologica. È una misura dell’invecchiamento dell'organismo, basata sull’efficacia dei meccanismi che mantengono giovani le cellule e su marcatori della funzionalità di organi e apparati., fortemente influenzata sia dalla genetica sia dallo stile di vita.
Ho malattie?
Gli integratori alimentari sono farmaci? È una domanda che si pongono in molti e la risposta è no. Questo, però, non vuol dire che non abbiano effetti sulla salute: possono, al contrario, essere molto utili, soprattutto a scopo preventivo. Come abbiamo già ricordato, anche una semplice gastrite può modificare l’assorbimento di nutrienti. Un check up della proprie condizioni di salute è sempre utile, perché aiuta anche a prendere coscienza di alcune condizioni che magari non sono ancora patologiche, il cui rischio aumenta con l’avanzare dell’età – e su cui è possibile intervenire. Prendiamo, ad esempio la dislipidemia o altre condizioni che possono portare alla sindrome metabolicaLa sindrome metabolica è caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno 3 alterazioni metaboliche ed emodinamiche che rappresentano un fattore di alto rischio per l'insorgenza di patologie cardiovascolari e tumori., spesso sottodiagnosticata. La sindrome incide anche dal punto di vista farmacologico perché alcuni medicinali riducono o interferiscono con l’assorbimento e la sintesi dei principi nutrizionali. A titolo di esempio, le statine riducono l’assorbimento della vitamina Q10, i betabloccanti e i diuretici interferiscono con il gruppo delle vitamine B e con gli oligominerali, il paracetamolo interferisce con la produzione endogena di glutatione.
Come mangio?
L’abbiamo già menzionato ma è bene sottolinearlo: molti di noi riescono ad assumere la quantità sufficiente di vitamine, minerali e gli altri nutrienti attraverso l’alimentazione. La dieta, però, deve essere molto varia e ben bilanciata, sul modello della dieta mediterranea. Non sempre è così semplice, complici la cronica mancanza di tempo e lo stress che attanagliano le nostre vite. E spesso si crede di mangiare molto meglio di quanto non si faccia in realtà. Per avere un’idea delle nostra dieta, il consiglio è di tenere un diario per qualche settimana: se qualcosa manca o viene consumata in modo eccessivo salterà subito all’occhio: se non al vostro, di certo a quello di un nutrizionista.
Soffro di intolleranze o allergie alimentari, o condizioni che incidono sull’assorbimento dei nutrienti?
Se la risposta è sì, questa è un’informazione essenziale da riferire alle persone che vi aiuteranno a stendere il vostro piano di integrazione alimentare. Il medico, se già non ne è a conoscenza, potrà prescrivere degli esami di approfondimento per accertare la presenza del disturbo e quanto influenza l’apporto di nutrienti. Risultati alla mano, si procederà a colmare eventuali deficit scegliendo i prodotti più adatti. Anche una semplice gastrite, per esempio, può modificare la capacità del nostro organismo di digerire e assorbire le sostanze nutritive, per cui anche la formulazione e il dosaggio di un integratore potrebbero cambiare.
L’integrazione alimentare non è universale: non è la stessa per tutti e cambia in base all’età, al genere, allo stato di salute, agli obiettivi che si vogliono raggiungere
Seguo un regime alimentare particolare ?
Le persone che seguono regimi alimentari che escludono alcuni cibi, se non riescono a bilanciare e a diversificare a sufficienza la propria dieta, hanno maggiori possibilità di soffrire di deficit di questo o quel nutriente. Le persone vegane, per esempio, dal momento che escludono qualsiasi alimento di origine animale, rischiano più facilmente di non assumere abbastanza vitamina B12 e alcuni aminoacidiGli aminoacidi sono le sostanze di base che costituiscono le proteine. Ogni proteina è caratterizzata da una precisa sequenza di “mattoni” di aminoacidi. Alcuni sono prodotti dall’organismo trasformando gli alimenti, altri, che l’organismo non riesce a sintetizzare, devono essere assunti direttamente con il cibo. essenziali. Lo stesso può accadere alle persone anziane. Anche chi sta semplicemente a dieta, magari seguendo la moda del momento, può avere carenze. A questo proposito, va ricordato che gli integratori alimentari assunti nel modo adeguato non fanno ingrassare.
Praticare attività fisica, soprattutto se frequente e ad alta intensità, può condizionare il fabbisogno di nutrienti
Faccio attività fisica? Se sì, di che tipo e a che livello?
Per capire se ci serve integrare la nostra alimentazione e quindi stendere un buon piano, è importante inquadrare il nostro stile di vita. Il fabbisogno di nutrienti, infatti, cambia in base ai consumi e alle esigenze, anche al tipo di attività fisica e alla frequenza e all’intensità dell’allenamento. A titolo di esempio, un training regolare (3 volte alla settimana, 30′) e la sua dominante (aerobico or anaerobico, intenso o di resistenza) può veramente suggerire un piano di integrazione completamente diverso.
Quali esami sono utili ?
La diagnostica di laboratorio ci può aiutare enormemente a comprendere le carenze e i fabbisogni di integrazione specifici. Esiste la possibilità di valutare lo stato e l’eventuale carenza di tutti i maggiori gruppi vitaminici (per esempio A, D, K, C, B) e anche degli oligoelementi (rame, ferro, etc.). Questi esami sono a volte costosi: la spesa può aggirarsi intorno a qualche centinaio di euro se li si volesse fare tutti, ed è per questa ragione che non vengono normalmente prescritti dal medico di famiglia se non in presenza di sintomi di carenza evidenti.
In realtà è un investimento molto utile per chi voglia avviare un programma di alimentazione e integrazione alimentare su misura e anticipare le problematiche fisiologiche e patologiche connesse alla mancanza di principi nutrizionali di base.
È un controllo che andrebbe ripetuto periodicamente, in particolare durante i passaggi importanti della nostra vita.
Prima del colloquio con il medico e il professionista della nutrizione è utile tracciare un primo profilo personale e definire i propri obiettivi
Quali sono i miei obiettivi?
I motivi per cui una persona inizia a riflettere sulla necessità di integrare la propria alimentazione possono essere i più disparati: le soluzioni saranno dunque altrettanto varie e specifiche per l’obiettivo che si vuole conseguire. Certe persone, per esempio, sono più predisposte di altre ai malanni di stagione e potrebbero cercare un modo per supportare le proprie difese immunitarie. Altre soffrono di cistiti ricorrenti e hanno bisogno di riequilibrare il proprio microbiotaL’insieme dei microrganismi (funghi) che popolano l’intestino.. L’importante è stabilire l’obiettivo a priori e capire con un nutrizionista o un medico esperto se esiste davvero qualche prodotto valido, testato scientificamente, che ha dimostrato di poterci aiutare. Una volta individuati tali prodotti, bisogna capire se è possibile misurare l’efficacia su di noi. Le domande da porsi allora sono
- Esistono dei parametri che posso misurare in modo corretto e oggettivo per definire il mio livello di partenza?
- Che tipo di risultati posso attendermi e dopo quanto tempo di assunzione dell’integratore?
- Ogni quanto tempo devo rimisurare i parametri?
- Oltre ad assumere integratori, cos’altro devo fare per massimizzarne l’efficacia?