Una dieta ricca di questi alimenti aumenta la diversità dei microrganismi presenti nel microbioma intestinale e riduce l’infiammazione
Cosa trovi in questo articolo?
- Il microbioma intestinale cambia in base all’alimentazione
- Una dieta ricca di alimenti fermentati aumenta la biodiversità del microbioma intestinale, sia nel numero sia nella tipologia di microrganismi
- I cibi fermentati riducono l’infiammazione, favoriscono il mantenimento del peso e abbassano il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari
- La dieta, se necessario anche col supporto di integratori specifici, potrebbe rappresentare una vera e propria terapia
Altri temi che possono interessarti
- Così l’infiammazione acuta diventa cronica
- Invecchiare bene? Dipende anche dai batteri
- Quale dieta seguire per guadagnare in salute? Una breve guida per orientarsi
Yogurt, kefir &Co fanno bene ai nostri batteri
Dallo yogurt al kefir, dai fiocchi di latte ed altri formaggi fino ai crauti e alle barbabietole: sono tutti alimenti fermentati che fanno bene alla salute del nostro intestino. Lo afferma un gruppo di ricerca della Stanford School of Medicine che ha esaminato gli effetti di un piano alimentare ricco di questi cibi, confrontandoli con alimenti ad alto contenuto di fibre. In particolare, la dieta con pietanze fermentate ha aumentato la biodiversità dei microrganismi che compongono il microbioma intestinale e ha ridotto l’infiammazione misurata attraverso i livelli di alcune cellule immunitarie. Lo studio, per ora condotto su un campione ristretto di volontari, è pubblicato sulla rivista Cell.
Alimenti fermentati o fibre?
Ricerche precedenti indicavano come una dieta con molte fibre possa ridurre la mortalità complessiva, mentre il consumo di alimenti fermentati favorisca il mantenimento del peso corporeo e possa aiutare ad abbassare il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari.
Conoscere la relazione fra dieta e microbioma intestinale aiuta a migliorare la nostra salute
Partendo da qui, gli autori hanno studiato l’impatto di due regimi alimentari, fondati su questi due tipi di cibi, sul microbioma intestinale. Per farlo hanno coinvolto 36 adulti in salute, divisi in due gruppi, che hanno seguito per 10 settimane due diete costruite appositamente per lo studio: una basata in buona parte su fibre e l’altra su cibi fermentati. Fra questi ultimi ci sono yogurt, kefir, formaggio in fiocchi, particolari verdure fra cui il piatto coreano kimchi, bevande fermentate e tè kombucha. Mentre fra gli alimenti ricchi di fibre ci sono cereali integrali, semi, legumi, frutta, verdura e noci.
I cibi fermentati, come yogurt, kimchi, crauti, barbabietole rosse e aceto di mele, favoriscono la biodiversità del microbioma
Meno infiammazione e più salute
I risultati? I cibi fermentati hanno stimolato la diversificazione della flora batterica. L’effetto era maggiore all’aumentare delle porzioni. Ma non solo: i ricercatori hanno rilevato una minore attivazione di 4 classi di cellule immunitarie e un più basso livello nel sangue di ben 19 proteine promotrici dell’infiammazione. Nel gruppo che ha assunto un’alta quantità di fibre queste stesse proteine non hanno invece subìto variazioni e anche il microbioma intestinale è rimasto stabile. I due risultati sono entrambi importanti, perché dimostrano che una dieta specifica può portare in tempi brevi a cambiamenti della flora intestinale e, allo stesso tempo, che il microbioma è resiliente e stabile.
Gli alimenti fermentati aumentano il numero di microrganismi e stimolano la diversificazione del microbioma intestinale
La ricerca mostra anche che nei campioni di feci dei partecipanti che hanno introdotto più fibre c’è un maggiore quantitativo di carboidrati. Questo risultato è in linea con prove precedenti, che indicavano come nelle popolazioni dei paesi industrializzati la presenza di microrganismi che degradano le fibre è molto ridotta. Ma è possibile che con un intervento dietetico più lungo questo aspetto cambi.
Perché studiare il microbioma
I ricercatori approfondiranno i meccanismi alla base dei risultati. Conoscere come i microrganismi nell’intestino cambiano a seconda dell’alimentazione, infatti, è importante per migliorare la nostra salute. Oggi esistono molti modi per modificare il microbioma intestinale, ad esempio con alimenti mirati e integratori a base di probioticiAlimenti che contengono specifici ceppi batterici dell'ambiente intestinale. e prebioticiSostanze non digeribili dall'organismo umano, spesso fibre vegetali, che sono nutrimento per i batteri., e la dieta può rappresentare una vera e propria terapia per alcune persone.
Oggi esistono molti modi per agire e modificare il microbioma intestinale
Insomma, la salute passa anche dal microbioma. E a questo proposito, si cercherà di capire se i cibi fermentati riducano le molecole infiammatorie o migliorino altri biomarcatori nei pazienti con patologie autoimmuni e metaboliche, nelle persone anziane e nelle donne in gravidanza.