Cosa mostrano gli studi sui centenari?
Ringiovanire è un concetto complesso. E al momento anche un desiderio inattuabile, in via generale. Eppure sono molti i gruppi di ricerca che, in tutto il mondo, lavorano sui singoli organi e apparati, per capire a cosa sia dovuta la longevità di alcuni individui, quegli ultracentenari che grazie alle caratteristiche del loro DNA vivono in salute più a lungo della media. Così, proprio grazie all’analisi del patrimonio genetico dei “grandi anziani”, un gruppo di ricerca ha scoperto come contrastare l’invecchiamento del cuore. Arrivando a “ringiovanirlo” di quasi dieci anni. La scoperta arriva da uno studio pubblicato su Cardiovascular Research, coordinato da Annibale Puca del Gruppo MultiMedica di Milano e da Paolo Madeddu dell’Università di Bristol.
Cosa sono la proteina LAV-BPIFB4 e la sua variante di lunga vita?
Oggetto dello studio, condotto sia su modello animale (cioè su topi) che in vitro, dunque su cellule in coltura, è una delle cosiddette “proteine della longevità”: si chiama LAV-BPIFB4, e insieme alle sirtuineLe sirtuine sono proteine espresse dai geni SIRT che svolgono una attività enzimatica, ovvero stimolano reazioni chimiche essenziali per l'organismo. La loro funzione è stata accertata da diversi studi anche se ancora pare che ci sia molto da sapere al riguardo. Le sirtuine in breve:
• sono proteine con proprietà enzimatiche
• regolano i processi metabolici legati alla resistenza insulinica
• possiedono un controllo sull'immunità
• hanno un ruolo fondamentale nell'epigenetica
• sono coinvolte nelle difese verso le malattie tumorali
sembra essere alla base della lunga vita. Il gene che codifica la proteina BPIFB4, nella sua variante LAV (Longevity Associated Variant), è infatti frequente nelle persone che superano i cento anni. A identificare questa variante è stato Annibale Puca, capo laboratorio presso l’IRCCS MultiMedica, che ne ha anche scoperto il potenziale nella prevenzione dell’aterosclerosi e nel ringiovanimento del sistema immunologico.
Il gene che codifica la proteina BPIFB4, nella sua variante LAV – Longevity Associated Variant, è frequente nelle persone che superano i cento anni
È possibile ringiovanire le cellule del cuore?
L’analisi in vitro condotta dal gruppo italiano ha messo a confronto le cellule del cuore di pazienti anziani con problemi cardiaci con quelle di individui sani. Nel primo gruppo i periciti, cioè le cellule che supportano la costruzione di nuovi vasi sanguigni, risultavano meno performanti e più invecchiati, spiegano i ricercatori. Aggiungendo a queste cellule la proteina LAV-BPIFB4 – aggiungono – si è assistito a un processo di ringiovanimento: i periciti dei pazienti anziani e malati hanno ripreso a funzionare correttamente, dimostrandosi più efficienti nell’indurre nuovi vasi sanguigni.
Cosa aggiunge lo studio sui topi?
Parallelamente a questa analisi, il gruppo di Bristol ha svolto lo studio in vivo sul modello animale. I ricercatori hanno somministrato la proteina LAV-BPIFB4 a topi anziani per indurre il ringiovanimento, e a topi di mezza età per prevenire l’invecchiamento. E hanno notato un miglioramento della vascolarizzazione, una più efficiente gittata del sangue e un decremento della fibrosi. Un fenomeno che, sugli esseri umani, equivarrebbe ad avere un cuore più giovane di circa 10 anni. Se questa azione fosse confermata anche da altri studi, concludono gli autori, si potrebbe pensare a una terapia con la proteina LAV-BPIFB4 per il ringiovanimento non soltanto del sistema vascolare e immunologico ma anche della pompa cardiaca.