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Il microbiota intestinale responsabile dell’obesità è diverso tra donne e uomini

Articolo di SoLongevity Research
I batteri intestinali che influenzano l’indice di massa corporea, la massa grassa e la circonferenza della vita sono diversi tra maschi e femmine

Di cosa parla questo articolo

  • La composizione del microbiota intestinale influenza la salute e può predisporre anche all’obesità
  • Uomini e donne con un alto indice di obesità hanno comunque profili di microbiota intestinale differenti
  • Studiando i profili del microbiota che predispongono all’insorgenza di patologie e capire quando e perché si instaurano potrebbe essere possibile sviluppare strategie di intervento personalizzate

È tutta questione di equilibrio, anche nel nostro intestino. I cambiamenti nella composizione dei microrganismi che lo abitano, infatti, possono influenzare molto la nostra salute: alcuni possono addirittura promuovere l’insorgenza e lo sviluppo dell’obesità. Non è tutto. Una ricerca della University of Navarra (Spagna) presentata al Congresso europeo sull’obesità (Eco), svoltosi a Venezia a maggio 2024, è riuscita a identificare i responsabili di tali cambiamenti, che sono diversi tra uomini e donne, dimostrando come potrebbero influenzare il metabolismo di diversi nutrienti e, quindi, la presenza di molecole bioattive nell’intestino che, a loro volta, giocano un ruolo importante nello sviluppo di malattie metaboliche.

Un delicato equilibrio

Il microbiota intestinale è costituito da una complessa comunità di microrganismi: batteri, virus, funghi e protozoi). Lo squilibrio di questa comunità (disbiosi) influisce in modo significativo sulla salute metabolica e influenza il rischio di alcune malattie, anche l’obesità. Tuttavia, non è ancora chiaro quali specie siano rappresentative di una maggiore o minore probabilità di sviluppare l’obesità, così come l’impatto di queste specie sulla nostra salute metabolica.

L’analisi del metaboloma

Per far luce sui meccanismi attraverso cui il microbiota intestinale è coinvolto nello sviluppo dell’obesità, i ricercatori hanno esaminato il metaboloma fecale prodotto dai batteri intestinali, ossia l’insieme di tutti i metaboliti presenti nell’intestino e poi nelle feci. Sottoprodotti della metabolizzazione del cibo, queste sostanze si fanno strada nel flusso sanguigno e hanno quindi effetti sulla salute. “I nostri risultati rivelano come uno squilibrio tra gruppi batterici distinti possa svolgere un ruolo importante nell’insorgenza e nello sviluppo dell’obesità, con notevoli differenze tra i sessi, che potrebbero influenzare il metabolismo di diverse molecole bioattive presenti nel metaboloma che, a loro volta, influenzano lo sviluppo delle malattie metaboliche”, afferma l’autrice principale, Paula Aranaz dell’Università di Navarra (Spagna).

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Differenze tra uomini e donne

Per l’indagine sono stati coinvolti 361 volontari adulti, 251 donne e 110 uomini, con un’età media di 44 anni, partecipanti allo studio spagnolo Obekit, che esamina la relazione tra varianti genetiche e la risposta a una dieta ipocalorica. Tutti i partecipanti (65 peso normale, 110 sovrappeso e 186 obesi) sono stati classificati in base a un indice di obesità (Ob) basso o alto. Da qui è stata effettuata la profilazione genetica del microbiota per identificare i diversi tipi, composizione, diversità e abbondanza relativa di batteri presenti nei campioni di feci dei partecipanti.

L’analisi ha rivelato che, in linea generale, i partecipanti con un indice Ob alto avevano livelli significativamente più bassi di Christensenella minuta, un batterio già noto per essere associato alla magrezza e alla salute. Negli uomini, inoltre, una maggiore abbondanza di specie Parabacteroides helcogenes e Campylobacter canadensis era fortemente associata a un indice di massa corporea (Bmi), una massa grassa e una circonferenza della vita più elevati. Nelle donne, invece, una maggiore abbondanza di tre specie, ossia Prevotella micans, Prevotella brevis e Prevotella sacharolitica, era predittiva di Bmi, massa grassa e circonferenza della vita più elevati.

Strategie di precisione

In ulteriori analisi metabolomiche, che hanno esaminato una gamma più ampia di composti metabolici nel sangue, i ricercatori hanno osservato variazioni nell’abbondanza di alcuni metaboliti. In particolare, nei partecipanti con un indice Ob alto c’erano livelli più elevati di lipidi bioattivi, coinvolti nello sviluppo di malattie metaboliche, nella regolazione dell’insulina e nella comparsa di malattie cardiovascolari. Come riferisce Aranaz, la composizione del microbiota intestinale che vede la presenza più elevata di certi tipi di batteri (specialmente livelli alti di Christensenella minuta) sembra proteggere dall’obesità.

La ricercatrice sottolinea anche l’importanza di questi risultati per lo sviluppo di strategie nutrizionali di precisione per la perdita di peso. “Considerando che le specie che influenzano il rischio di sviluppare obesità sembrano essere diverse tra i sessi, gli interventi per aiutare a prevenire un microbiota che favorisce l’obesità potrebbero dover essere differenti negli uomini e nelle donne. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio quando potrebbe avvenire il passaggio a un microbiota intestinale favorevole all’obesità, e quindi il momento giusto per possibili interventi”.

I risultati dello studio spagnolo sono interessanti e meritano un approfondimento. Tuttava, non è ancora possibile generalizzare le conclusioni: per farlo serviranno ulteriori ricerche con un maggior numero di partecipanti e da regioni del mondo differenti, per capire anche quanto sul microbiota incida il fattore culturale.

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