fbpx

La genetica non rappresenta necessariamente il nostro destino

Articolo di Dott. Alberto Cerasari Specialista in Medicina dello Sport Longevity Doctor SoLongevity
Un ampio studio condotto nel Regno Unito mostra che gli individui con un alto rischio genetico possono prolungare la loro aspettativa di vita adottando uno stile di vita sano

Di cosa parla questo articolo

  • Attraverso uno studio che ha coinvolto oltre 350 mila persone è stata esaminata l’associazione tra fattori genetici, stile di vita e durata della vita umana.
  • È emerso che un alto rischio genetico è correlato a un aumento del 21% di rischio di morte precoce.
  • Tuttavia, uno stile di vita sano può prolungare significativamente la durata della vita in salute.

Quanto sia importante il ruolo della genetica nel determinare la durata e la qualità della vita rimane ancora un’area di discussione nella comunità scientifica. Un contributo importante a questo dibattito viene da uno studio pubblicato su BMJ Evidence-Based Medicine che ha esaminato l’associazione tra fattori genetici e lo stile di vita con la durata della vita umana, utilizzando i dati raccolti dal più grande registro mondiale di questo tipo, la UK Biobank inglese. I dati hanno incluso più di 350 mila persone, seguite per un periodo di circa 12 anni, e tra i fattori di rischio modificabili sono stati inclusi: alcol, fumo, attività fisica, durata del sonno e alimentazione.

Cos’è il Poligenic Risk Score

I pazienti sono stati suddivisi in base al loro rischio genetico misurato tramite il PRS (Poligenic Risk Score), suddividendoli in categorie. Questo metodo permette di analizzare in contemporanea centinaia di geni e soppesare il loro impatto cumulativo, utilizzando algoritmi molto sofisticati.

I risultati hanno rivelato che un alto rischio genetico, misurato tramite PRS, è correlato a un aumento del 21% di rischio di morte precoce (prima dei 75 anni) rispetto a un basso rischio genetico, indipendentemente dallo stile di vita. Al contrario, uno stile di vita sfavorevole è associato a un aumento del rischio di morte di circa il 78% rispetto a uno stile di vita favorevole all’interno e tra le categorie di rischio genetico.

SOLONGEVITY SHOP
Body&Mind Program
Body&Mind Program
Lo stile di vita agisce a livello epigenetico, modificando l'espressione dei geni correlati a fattori di rischio. Un programma di integrazione nutrizionale può aiutare a mantenere in salute il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso.

Oltre 5 anni di vita sana in più

Tuttavia, l’aderenza a stili di vita sani è emersa come un fattore in grado di attenuare significativamente il rischio genetico di una durata della vita più breve o di una morte prematura con un dato estremamente importante: gli individui con un alto rischio genetico potevano prolungare la durata della vita di circa 5,22 anni all’età di 40 anni adottando uno stile di vita favorevole.

Questo porta a riflettere su almeno 4 diversi temi:

1 – Che l’adesione a uno stile di vita sano potrebbe compensare in modo significativo il rischio genetico sfavorevole di una durata di vita più breve o di una morte prematura, portando a un aumento sostanziale della longevità, intesa non solo come durata della vita (lifespan) ma anche come anni di vita in salute (healthspan).

2 – L’importanza di un’analisi genetica predittiva che includa anche il PRS, che potrebbe individuare precocemente le persone più a rischio, garantendo un intervento mirato e personalizzato, a maggior ragione se sono presenti fattori di rischio.

3 – L’importanza cruciale delle politiche di salute pubblica e del concetto di prevenzione e promozione della salute, mirate a migliorare lo stile di vita delle persone, che deve partire in primis da noi professionisti della salute, ma anche dalle persone stesse.

4 – Che la genetica non rappresenta il nostro destino.

Bibliografia

Bian Z, Wang L, Fan R, et al. Genetic predisposition, modifiable lifestyles, and their joint effects on human lifespan: evidence from multiple cohort studies, BMJ Evidence-Based Medicine Published Online First: 29 April 2024. doi: 10.1136/bmjebm-2023-112583

Ultimi articoli pubblicati

Vuoi maggiori informazioni?