Capacità cognitive e salute vascolare
Cosa c’entrano il cuore e la salute vascolare con le capacità cognitive? Molto, anzi moltissimo. Basti pensare che i problemi cerebrovascolari sono la seconda causa di demenza negli over 60 (che in questo caso viene chiamata proprio demenza vascolare) e sono correlati anche all’Alzheimer. Non è un caso, quindi, se le demenze vascolari si verificano proprio nelle persone che presentano fattori di rischio cardiovascolari, come l’ipertensione, il diabete mellito (o diabete di tipo 2), alti valori di colesterolo e trigliceridi (iperlipemia).
Quali sono i sintomi della demenza vascolare?
Ad essere colpita è soprattutto la memoria, ma si possono riscontrare problemi nella funzione esecutiva, difficoltà a cominciare delle azioni, rallentamenti nel ragionamento, cambiamenti di umore e di personalità, e deficit del linguaggio. I sintomi possono però variare, perché dipendono dalle parti del cervello colpite: a provocare in modo diretto questi deficit, infatti, sono tanti piccoli infarti cerebrali o delle piccole emorragie. Sebbene i deficit siano irreversibili, la buona notizia è che la loro insorgenza è lenta.
I problemi cerebrovascolari sono la seconda causa di demenza
Qual è il nesso tra ipertensione e problemi cognitivi?
Per quanto riguarda l’ipertensione, oggi sappiamo che non è solo un fattore di rischio, ma è ormai appurato essere un vero e proprio fattore causale delle patologie ischemiche. Nel lungo periodo può infatti portare al deterioramento dei vasi cerebrali e, di conseguenza, alle demenze vascolari. A livello fisiologico i meccanismi alla base di questa associazione sono piuttosto complessi, come riporta una revisione degli studi pubblicata su Nature Reviews Nephrology: semplificando, la disregolazione dell’afflusso di sangue nel cervello provoca un aumento dello stress ossidativo e dello stato infiammatorio, e danni a livello cellulare. Non solo: l’ipertensione predispone anche alla formazione di placche aterosclerotiche a livello delle arterie cerebrali, ostacolando il corretto afflusso di sangue e aumentando il rischio di ischemie e ictus. Ancora, è stato ipotizzato che favorisca l’accumulo delle placche amiloidi, i depositi di aggregati della proteina beta-amiloide tipici dell’Alzheimer, il che potrebbe spiegare perché nelle persone che soffrono di ipertensione il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer appaia raddoppiato.
Qual è il ruolo dello stress ossidativo?
Molte malattie croniche, tra cui quelle cardiovascolari, sono legate allo stress ossidativo. Si tratta di una condizione di sbilanciamento “chimico”, per cui si formano radicali liberiUn radicale libero è una molecola o un atomo particolarmente reattivo che contiene almeno un elettrone spaiato nel suo orbitale più esterno. A causa di questa caratteristica chimica, i radicali liberi sono altamente instabili e cercano di tornare all'equilibrio rubando all'atomo vicino l'elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari ed i processi metabolici. in eccesso che non vengono neutralizzati e che danneggiano cellule e tessuti. Lo stile di vita gioca una parte importante in questo: un’alimentazione eccessiva o scorretta, il consumo di alcolici, il fumo e la sedentarietà (come anche un eccesso dell’attività fisica) sono tutti fattori pro-ossidanti. Lo stress ossidativo non causa solo l’insorgenza di alcune malattie croniche, ma è direttamente coinvolto anche nei processi di invecchiamento cellulare: il tessuto va incontro a un declino biologico e riduce la propria capacità di adattamento allo stress. Allo stesso tempo, l’aumento del livello di ossidazione aumenta l’espressione di alcuni geni pro-infiammatori che a loro volta promuovono l’ossidazione.
Nelle persone con ipertensione raddoppia il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer
Come prevenire?
Poichè l’instaurarsi delle demenze vascolari e la loro progressione sono fenomeni irreversibili, è quanto mai fondamentale giocare d’anticipo e puntare sulla prevenzione. Che passa prima di tutto dagli stili di vita, come abbiamo appena ricordato. In questo senso è possibile “nutrire la mente” nel modo corretto, fornendo al nostro organismo tutti gli elementi necessari a contrastare il declino cognitivo. Ma non solo: possiamo fornire anche quelli in grado di combattere lo stress ossidativo e che possono contribuire a mantenere la salute del sistema cerebrovascolare. In questo ambito, la ricerca SoLongevity ha messo a punto una strategia combinata di interventi e ha sviluppato due nutraceutici, CardioAge e NeuroProtection, che hanno l’obiettivo di sostenere, rispettivamente, la salute vascolare e le performance cognitive.