Che cos’è il biohacking?
Il nostro corpo possiede “per natura” dei meccanismi biologici che ci aiutano a rispondere agli stress ambientali. E proprio questi sistemi possono oggi essere sfruttati per contrastare l’invecchiamento. È il concetto alla base del cosiddetto biohacking, ossia l’insieme di interventi che, mimando artificialmente stress ambientali come la restrizione calorica o l’esercizio fisico, sono in grado di stimolare determinate vie metaboliche per renderle più efficienti, al fine di migliorare il nostro stato di salute nel tempo.
Le evidenze scientifiche sugli Acceleratori del ringiovanimento fisiologico
Esiste un ampio filone di studi che analizzano metodi e tecnologie per stimolare le vie cellulari di risposta agli stress ambientali. Alla base vi è il principio che il nostro organismo – al pari di quello di tutti gli esseri viventi – risponde a specifiche leggi fisiche e chimiche: il campo di ricerca è dunque quello della biofisica e della biochimica applicata alla fisiologia umana. Questo tema è anche al centro della ricerca di SoLongevity, dove questi interventi terapeutici prendono il nome di “Acceleratori del ringiovanimento fisiologico”, a nostro avviso più corretto di quello generico di biohacking, perché hanno il fine di potenziare in modo mirato i meccanismi biologici anti-invecchiamento.
Il principio su cui si basano è quello di ormesi: una funzione adattativa per cui a una stimolazione modesta segue una reazione di molto superiore da parte dell’organismo.
Quali sono alcuni esempi di biohacking?
Nella letteratura scientifica si trovano moltissimi interventi terapeutici, ma non per tutti esistono solidi razionali che ne spieghino il funzionamento o solide prove di efficacia. Tra quelli che sono stati oggetto di studi clinici randomizzati e controllati anche sull’essere umano e per i quali esistono dati affidabili, troviamo:
- Terapia a cicli di ipossia e iperossia (IHHT, Intermittent hypoxic hyperoxic training)
- Terapia del respiro
- Terapie infusionali o intravenose (IV)
- Ozonoterapia
- Trattamento a luce rossa e infrarossa (Fotobiomodulazione)
- Terapia con idrogeno molecolare
Questi sono gli Acceleratori del ringiovanimento fisiologico utilizzati nella nostra SoLongevity Clinic da personale medico specializzato: per tutti, esistono prove di efficacia sia a livello fisiologico sia a livello dei meccanismi biologici (hallmark) dell’invecchiamento. Vediamoli più nel dettaglio.
1 – Che cos’è la Terapia ipossia-iperossia?
La terapia ipossico-iperossico intermittente è un protocollo terapeutico che lavora su cicli di esposizione a condizioni di ipossia (bassi livelli di ossigeno) e iperossia (elevati livelli di ossigeno), avvalendosi di un apposito dispositivo medico che ricrea condizioni simili ad un allenamento ad alta quota, sopra i 3 mila metri.
In linea generale, ogni ciclo prevede 4 intervalli da 10 minuti ciascuno. Il training, però, deve essere personalizzato in base alle caratteristiche della persona, per la sua sicurezza: i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue devono mantenersi sempre al di sopra della soglia critica.
Quali sono i benefici della terapia a cicli di ipossia e iperossia?
Per il principio di ormesi, l’ipossia controllata mette sotto stress le cellule che, in carenza di ossigeno, vengono stimolate ad attivare i meccanismi che permettono di utilizzare al meglio le risorse a disposizione. Viene stimolato anche il complesso dell’Hypoxia Inducible factor (HIF), che modula molteplici percorsi cellulari, tra cui quelli legati alla senescenza, allo stress ossidativo, all’infiammazione, alla glicolisi e all’apoptosi (morte programmata delle cellule).
Per chi è consigliata
Questo trattamento è consigliato per la prevenzione cardiovascolare, potenziare la capacità cardio-polmonare e quella neuro-cognitiva, e migliorare la microcircolazione.
2 – Che cos’è la Terapia del respiro?
Il training del respiro è un programma terapeutico di SoLongevity che ha l’obiettivo di insegnare la corretta respirazione dal punto di vista tecnico e il corretto utilizzo dei muscoli a sostegno della funzione biomeccanica.
L’obiettivo è recuperare una funzione respiratoria ottimale o per potenziarla qualora fosse richiesto, per esempio per migliorare le performance sportive. Più nel dettaglio, per:
- Migliorare la meccanica polmonare e degli scambi gassosi
- Migliorare la funzionalità muscolare specifica
- Migliorare la capacità aerobica
- Migliorare la resistenza aerobica (per il programma potenziamento)
SoLongevity ha sviluppato un protocollo che può durare dalle 3 alle 11 settimane, a seconda delle necessità. Si parte dall’analisi di molteplici parametri che consentono di valutare la funzione respiratoria e l’invecchiamento del sistema polmonare. Il training viene poi gestito in maniera multidisciplinare da un trainer/coach del respiro, da un osteopata e dal Longevity Doctor.
Per chi è consigliata
Imparare a sfruttare a pieno e nel modo corretto la respirazione è utile potenzialmente a tutti. Inoltre, cambiamenti funzionali e strutturali indotti dall’invecchiamento o da altri fattori – come cattive abitudini o patologie, inquinamento o fumo – possono diminuire l’efficienza del sistema respiratorio. Il Programma di Training del Respiro di SoLongevity è studiato per identificare eventuali problematiche e intervenire con schemi di rieducazione e allenamento respiratorio personalizzati.

Training del Respiro
3 – Che cos’è la terapia infusionale?
Per terapia infusionale (o infusiva) si intende la somministrazione per via endovenosa (Iv) di vitamine, minerali ed altre sostanze come il glutatione: elementi necessari per il corretto funzionamento dell’organismo.
Rispetto all’assunzione per via orale, questa modalità rende i nutrienti completamente biodisponibili e permette dosaggi più elevati, personalizzabili sulla base dei reali deficit e delle reali esigenze.
Queste terapie hanno un intento sia preventivo, sia terapeutico in senso stretto, sia di potenziamento.
All’interno della SoLongevity Clinic vengono impiegati protocolli sicuri, perché ampiamente studiati e basati su molecole ben note, e adattati per trattamenti su misura, con mix mirati ad ottenere un effetto booster anti-aging.
Per chi è consigliata
La terapia infusionale è indicata sia in caso di condizioni patologiche o pre-patologiche, come la fibromialgia, la disbiosi (alterazione del microbioma intestinale), stanchezza, o per deficit specifici. Trattandosi di un atto medico, è fondamentale il corretto inquadramento diagnostico e la procedura viene eseguita da un medico specializzato.

Terapia infusionale, cos’è e perché deve essere personalizzata
4 – Ozonoterapia: a cosa serve e come funziona?
L’ozonoterapia sistemica è un trattamento medico che rientra tra le terapie infusionali e consiste in cicli di infiltrazioni di ozono.
Gli studi in letteratura scientifica hanno dimostrato che l’ozonoterapia favorisce l’attivazione metabolica delle cellule e il rilascio di ossigeno a livello periferico, migliorando la circolazione capillare che con l’invecchiamento diventa meno efficiente.
Tra gli altri benefici troviamo:
- la riduzione dei radicali liberiUn radicale libero è una molecola o un atomo particolarmente reattivo che contiene almeno un elettrone spaiato nel suo orbitale più esterno. A causa di questa caratteristica chimica, i radicali liberi sono altamente instabili e cercano di tornare all'equilibrio rubando all'atomo vicino l'elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari ed i processi metabolici., dello stress ossidativo e dell’infiammazione, anche a livello intestinale
- la riduzione del dolore muscolare
- l’aumento dell’efficienza energetica dei mitocondri
- il miglioramento dell’equilibrio degli ormoni dello stress
- la potenziale riduzione dei danni ossidativi ai tessuti sensoriali
Trattandosi di un atto medico, presenta delle controindicazioni, tra cui: essere affetti da ipertiroidismo non compensato e favismo. Richiede prudenza in gravidanza, in chi pratica sport a livello agonistico e in chi soffre di epilessia.
5 – Che cos’è la Fotobiomodulazione
Questa metodica ricrea artificialmente l’esposizione alla luce rossa e infrarossa, riproducendo potenzialmente tutti i vantaggi.
Oggi, infatti, viviamo in un ambiente diverso rispetto a quello in cui la nostra specie si è evoluta. Questo fa sì che alcuni dei meccanismi biologici di interazione con l’ambiente circostante non vengano sfruttati adeguatamente, con conseguenze sul buon funzionamento dell’organismo. Per esempio, stando per la maggior parte del tempo al chiuso, “nascosti” alla luce naturale del sole e ai suoi cambiamenti durante la giornata, non ci esponiamo alla radiazione luminosa nelle lunghezze d’onda del rosso (630 nm) e dell’infrarosso (850nm), cioè quelle preponderanti al tramonto, che, agendo sul nucleo soprachiasmatico, attivano la produzione di melatonina, con effetti sulla regolazione del ciclo circadiano e del ritmo sonno-veglia.
Non è tutto: le radiazioni nelle lunghezze d’onda del rosso e infrarosso interagiscono anche con i mitocondri, in particolare con il complesso chiamato citocromo c ossidasi, che entra in gioco negli ultimi step della catena di trasporto degli elettroni, cioè il processo di produzione di energia (sotto forma di ATPL'adenosina trifosfato (ATP) può essere definito la "moneta energetica" della cellula, lo strumento attraverso cui la cellula realizza processi che necessitano di energia (endoergonici) ed è prodotto da reazioni che liberano energia (esoergonici).). Stimolato da queste lunghezze d’onda, il citocromo C ossidasi diventa più efficiente, ossia lavora meglio e permette la sintesi di più ATP.
Con maggiore energia a disposizione, la cellula lavorerà al meglio: vengono promossi, per esempio, la rigenerazione cellulare, i processi antinfiammatori e antiossidanti e i meccanismi di riparazione del DNA.
Gli effetti benefici della fotobiomodulazione sono stati osservati in studi clinici che hanno coinvolto persone con disturbi del sonno, verificando lo stimolo alla produzione di melatonina e la regolazione del ciclo circadiano, ma anche su atleti, per i quali è stato misurato il tasso di biogenesi mitocondriale e gli effetti su performance e tempi di recupero.
Per chi è consigliata
Questa tecnologia pur essendo assimilabile a quella utilizzata in uso cosmetico e dermatologico, sfrutta una frequenza di irraggiamento capace di avere un’azione più profonda sui tessuti ed è indicata soprattutto a chi soffre di disturbi del sonno.
6 – Che cos’è la terapia con idrogeno molecolare?
Questa tecnologia anti-aging è studiata dal 2007 ed è una delle strategie di biohacking per cui esistono più dimostrazioni.
Quali sono i benefici dell’idrogeno molecolare?
L’idrogeno molecolare (H2) è un potente antinfiammatorio e antiossidante: se bevuto, inspirato o somministrato per via endovenosa, interagisce con le specie reattive dell’ossigeno (Ros). In altre parole, i radicali liberi ossidano l’idrogeno molecolare e non danneggiano altre strutture biologiche, grazie a una reazione che “disinnesca” le Ros. Inoltre, l’idrogeno molecolare sembra agire anche su altre vie cellulari, attivando meccanismi antiossidanti endogeni come l’enzima superossido dismutasi e il fattore di trascrizione Nrf2.
Negli studi clinici, il trattamento con idrogeno molecolare ha dimostrato una possibile efficacia in casi di patologie e condizioni che generano un eccesso di infiammazione e radicali liberi. Nei pazienti con diabete o con sindrome metabolicaLa sindrome metabolica è caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno 3 alterazioni metaboliche ed emodinamiche che rappresentano un fattore di alto rischio per l'insorgenza di patologie cardiovascolari e tumori., per esempio, la somministrazione di idrogeno molecolare ha ridotto i livelli di colesterolo Ldl ossidato, un fattore di rischio per patologie cardiovascolari.
Come assumere l’idrogeno molecolare?
- L’idrogeno molecolare può essere somministrato per via orale tramite arricchimento dell’acqua (da 4 a decine di parti per miliardo). Bere acqua arricchita con idrogeno molecolare è il metodo più semplice – nonché più tracciabile per i ricercatori – e potrebbe avere un effetto protettivo sul cervello e sulle capacità cognitive. L’acqua con idrogeno molecolare, infatti, nello stomaco influenza la grelina, un ormone responsabile del senso di fame (viene prodotto dalle cellule del fondo gastrico quando questo è vuoto) ma coinvolto anche nei processi di apprendimento e memoria. Ci preme sottolineare che l’acqua con idrogeno molecolare non ha nulla a che fare con l’acqua alcalinizzata su cui si basano pseudo-terapie che millantano effetti anti-età ed anti-tumorali mai dimostrati.
- L’idrogeno molecolare può anche essere inalato. In questo caso viene prodotto per elettrolisi a partire da acqua pura microbiologicamente testata, e il gas che si genera viene inalato tramite una cannula. Rispetto all’acqua arricchita, si ipotizza che l’idrogeno molecolare inalato superi più facilmente la barriera emato-encefalica portando la sua attività antinfiammatoria e antiossidante a livello cerebrale.
- Un altro metodo di somministrazione è l’infusione di soluzione salina arricchita di idrogeno molecolare. Viene utilizzata soprattutto in contesti clinici, per esempio nei pazienti in dialisi.
Trattamenti combinati e personalizzati
A partire dalle evidenze scientifiche, gli esperti di SoLongevity hanno messo a punto protocolli terapeutici personalizzabili che possono includere combinazioni di acceleratori del ringiovanimento fisiologico per raggiungere il massimo beneficio possibile.
Ogni intervento terapeutico e le possibili combinazioni richiedono la profonda conoscenza dello stato clinico della persona, basata su una diagnostica di precisione.

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