Il sonno, com’è noto, ha un ruolo cruciale per la nostra salute, in particolare per il cervello e il sistema immunitario. Non stupisce, quindi, che moltissimi gruppi di ricerca abbiano cercato di stabilire la quantità di ore di sonno consigliate – quelle “giuste”, né poche né troppe – per il nostro organismo. Per star bene, in linea generale, un essere umano adulto ha bisogno di dormire tra le 7 e le 8 ore a notte, ma questa è ovviamente una media. E tra le varie differenze da considerare c’è anche quella di genere: diverse ricerche, infatti, suggeriscono che le donne abbiano bisogno di dormire più degli uomini. Il motivo è tutt’altro che semplice: sebbene l’esatta natura della relazione tra sesso, genere e sonno non sia ancora stata ben compresa, sappiamo comunque che risiede in una combinazione di fattori biologici, culturali e sociali.
Ritmo sonno veglia e ciclo circadiano
Il ritmo sonno-veglia è una delle attività organizzate e controllate dal ciclo circadiano, cioè un meccanismo adattativo basato sui sistemi ormonali che consente di mantenere l’equilibrio funzionale rispetto agli stimoli esterni ed interni al corpo. Si compone di un orologio biologico centrale, posto nell’ipotalamo, e da orologi biologici periferici, parzialmente indipendenti, che si trovano a livello di organi e tessuti e che controllano le funzioni cellulari e fisiologiche e, di conseguenza, i nostri comportamenti nell’arco delle 24 ore. L’orologio centrale e gli orologi periferici si coordinano, dettando il tempo di tutti i processi.
Le donne hanno ritmi circadiani diversi da quelli maschili
I sincronizzatori circadiani sono chiamati “zeitgeber” (parola tedesca che significa “ciò che dà il tempo”). La luce che colpisce la retina dell’occhio è il sincronizzatore più potente dell’orologio biologico centrale e da essa dipende anche la produzione della melatonina, il cosiddetto ormone del sonno, secreto dall’epifisi. Altri zeitgeber periferici dipendono da stimoli metabolici, neuronali o comportamentali, come l’attività fisica e l’alimentazione.
Perché le donne devono dormire di più?
Le diverse necessità di sonno legate al sesso e al genere possono essere associate sia alla biologia, come la genetica e gli ormoni, sia alla cultura e alla società. Le donne, infatti, hanno spesso un sonno più leggero, una probabilità maggiore del 40% di soffrire di insonnia e più del doppio delle possibilità di ricevere una diagnosi di sindrome delle gambe senza riposo. Questo perché le fluttuazioni ormonali, dovute al ciclo mestruale, gravidanza e menopausa, e una maggior suscettibilità ai problemi di salute mentale, come ansia e depressione, possono esporre il sesso femminile a presentare disturbi del sonno, con sintomi che influiscono sulla vita quotidiana, come un’eccessiva sonnolenza diurna, disturbi dell’umore e problemi di concentrazione.
Le donne, inoltre, hanno ritmi circadiani diversi da quelli maschili. Alcune recenti ricerche suggeriscono che possano avere cicli di variazione della temperatura corporea e di rilascio della melatonina leggermente più brevi. Queste variazioni potrebbero contribuire a una maggior necessità per le donne di dormire e alla predisposizione ad avere più problemi legati al sonno.
Le donne hanno il 40% di probabilità in più di soffrire di insonnia rispetto agli uomini
Disturbi del sonno e il ruolo sociale delle donne
Sebbene gli studi dimostrino che le donne tendano a dormire leggermente più degli uomini, esistono alcune prove che il loro sonno ha una qualità più bassa. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che, nel contesto familiare, in genere si dedicano maggiormente ai bambini o familiari malati. Il maggiore accudimento, documentato da molte indagini sociologiche, si traduce in molti casi in una minore attenzione alle proprie necessità.
Migliorare il sonno
Per migliorare la qualità del sonno è importante modificare alcuni aspetti dello stile di vita. Qualche esempio? Rispettare gli orari, esporsi quotidianamente alla luce solare, limitare il consumo di caffeina all’inizio della giornata ed evitare pasti abbondanti prima di coricarsi. O ancora: seguire una routine rilassante prima di andare a letto, evitare di esporsi alla luce (per esempio quella degli schermi degli smartphone) e mantenere la camera da letto buia, silenziosa e relativamente fresca.